Una platea di 660 mila potenzialmente occupabili. E' su questo numero che si gioca il futuro del reddito di cittadinanza. La maggioranza è inequivocabilmente a favore di una revisione dello strumento di lotta alla povertà, misura simbolo del Movimento 5 Stelle, ma su come modificarlo le visioni non sono state univoche, tanto che fino all'ultimo il tema è stato oggetto di discussione tra punti di vista in alcuni casi opposti. Al momento, il sostegno sarebbe salvo anche a favore di chi rientra nella categoria dei destinatari in grado di lavorare, ma solo per il periodo limitato di 12 mesi e con dei paletti. Dopodichè, a partire da gennaio del 2024, ognuno dovrà essere in grado di camminare sulle proprie gambe.
La soluzione ponte sarebbe stata trovata dopo un serrato confronto. Nel tentativo di reperire più risorse possibili da destinare alle misure clou della manovra, dal taglio del cuneo alle pensioni alla flat tax, il reddito è entrato tre le possibili fonti di coperture e come tale si è tentato di spremerne il più possibile. Cancellarlo subito, dal primo gennaio 2023, per tutti gli abili al lavoro avrebbe permesso di recuperare un discreto tesoretto da 1,8 miliardi, ma avrebbe di fatto abbandonato al loro destino non solo quei 660 mila ma anche le famiglie che spesso ne dipendono. Una proposta fin troppo tranchant che alla fine non è piaciuta alla maggioranza degli interlocutori.
Come spiegano alcune fonti, è difficile immaginare infatti che quelli che nelle tabelle dell'Anpal aggiornate a giugno scorso sono 'soggetti alla sottoscrizione del patto per il lavoro', possano effettivamente immediatamente in grado di entrare nel mercato di domanda e offerta. Secondo le statistiche, il 73% di loro non avrebbe mai lavorato, non avrebbe quindi alle spalle alcuna esperienza e avrebbe anche un basso tasso di scolarità.
Da qui la proposta 'cuscinetto' avanzata dalla ministra del Lavoro Marina Calderone, alla fine condivisa anche dal resto della maggioranza, pur dopo qualche attrito con chi puntava a recuperare il maggior incasso possibile. Gli occupabili potranno godere del beneficio fino al 31 dicembre del 2023. Avranno un anno per formarsi, in appositi corsi, per essere accompagnati nella ricerca di un posto di lavoro, poi dovranno dire addio al reddito. Un addio che sarà anticipato in caso il beneficiario non partecipasse attivamente alla formazione o rifiutasse un'eventuale offerta di lavoro.
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