Le piccole e medie imprese fornitrici di dispositivi medici si sono ritrovate a Roma per manifestare contro la norma sul payback, che impone alle aziende di ripianare il 50% dello sforamento effettuato dalle Regioni rispetto al tetto del 4,4% di spesa pubblica previsto per i dispositivi medici. Una norma nata nel 2015, ma rimasta inapplicata fino alla pubblicazione, lo scorso 15 settembre in Gazzetta Ufficiale, del decreto attuativo, con cui è stato certificato il superamento dei tetti per il periodo 2015-2018 e quindi le somme che le aziende dovranno ripianare entro metà gennaio 2023.
Circa 200 le aziende presenti nella Capitale per chiedere la cancellazione della norma che altrimenti, hanno spiegato, porterebbe al fallimento centinaia di realtà, distruggendo un settore che, con i suoi prodotti, garantisce l'erogazione delle prestazioni sanitarie a cui un numero enorme di cittadini accede ogni giorno, oltre a migliaia di posti di lavoro.
"Questo dispositivo legislativo condanna a morte tutto il comparto di distribuzione italiano composto da più di 4.000 aziende, di cui circa l'80% sono micro, piccole e medie imprese", dichiara Antonio Sammali, presidente di Medstep, azienda nel bolognese. "La norma - chiarisce - mette a rischio la sostenibilità delle imprese perché colpisce il fatturato, chiedendo, peraltro, di ripianare cifre senza tenere conto dell'Iva e delle tasse che sono già state versate".
Per Sammali, le aziende non avranno altra scelta che tagliare le proprie voci di spesa nel tentativo di rientrare della quota versata per il ripiano, "con inevitabili conseguenze anche sugli organici di personale". Tuttavia, sottolinea Sammali, il fallimento di molte aziende avrà conseguenze per tutti i cittadini, dal momento si tradurrà in mancate forniture agli ospedali.
"Chiediamo di aprire un confronto con il Governo. Il sistema ha bisogno di una governance, a tutela del Paese e delle aziende stesse", conclude il presidente di Medstep che auspica la creazione di un ente di riferimento, "un'Aifa per i dispositivi medici".
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