Fmi, 'inflazione priorità, non abbassare la guardia'
La situazione è cambiata e "non c'e' più motivo di rialzare i tassi". Il governatore della Banca di Francia e membro del board della Bce, Francois Villeroy de Galhau, in un'intervista all'Handesblatt ribadisce in maniera chiara il suo punto di vista: "Oggi penso che non ci sia ragione per un ulteriore rialzo dei tassi". Villeroy ha sottolineato che dopo l'ultima stretta della Bce si sono visti "buoni" numeri sull'inflazione mentre l'aumento dei costi di finanziamento a lungo termine è stato "eccessivo". Che l'economia mondiale abbia mostrato una "notevole resilienza" e che "questo aumenti le chance di un atterraggio morbido" nonostante i venti contrari che ancora continuano a spirare, ne è convinta anche Kristalina Georgieva che offre un assaggio delle prossime riunioni autunnali del Fondo Monetario Internazionale in Africa, e per l'esattezza in Marocco, per la prima volta negli ultimi cinquanta anni.
Ma nonostante l'ottimismo, la direttrice del Fondo si dice comunque preoccupata per la ripresa "lenta e irregolare" e invita a "non abbassare la guardia". E a farlo non solo per la crescita ma anche per l'inflazione: "è fondamentale evitare un allentamento prematuro" della politica monetaria, precisa spiegando che la lotta all'inflazione è la priorità e che i tassi dovranno restare alti a lungo. Ad agitare è anche la "frammentazione economica" che Georgieva denuncia da mesi in quanto mette a rischio le prospettive di crescita nelle economie emergenti e in via di sviluppo. Osservando come gli shock che si sono succeduti dal 2020 hanno mandato in fumo per l'economia mondiale 3.700 miliardi di dollari, la direttrice del Fmi parla di Stati Uniti come uno dei motori della crescita e osserva come invece la Cina corre meno delle attese a causa dello stress nel settore immobiliare che è "motivo di preoccupazione".
Alle riunioni di Marrakesh Georgieva è attesa a un importante test: convincere gli stati membri a rafforzare le risorse a disposizione del Fondo e a collaborare sulla "minaccia esistenziale del cambiamento climatico". Altro tema è quello di un maggiore peso in termini di diritti di voto alla Cina rivedendo le dinamiche che muovono il Fondo in modo da consentirgli di riflettere l'economia globale. Georgieva si è detta favorevole a un maggiore peso della Cina ma le tensioni con gli Stati Uniti, l'unico membro con il diritto di veto, potrebbero rendere la riforma ostica.
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