"Roma è la nostra casa" : saranno 3 donne simbolo, con il loro volto celebre in tutto il mondo e con il loro impegno, a pronunciare l'ultima arringa nell'atto finale per l'assegnazione di EXPO 2030. Per Roma è una missione impegnativa la sfida ai sauditi di Riad, con i sudcoreani di Busan come terzo incomodo. Ma nella delegazione, alla vigilia, si respira fiducia. In queste ore stanno arrivando a Parigi - per la giornata decisiva a Issy-les-Moulineaux, alle porte della capitale francese - il sindaco Roberto Gualtieri e la vicepresidente della Regione Lazio, Roberta Angelilli. Il ministro Abodi nei giorni scorsi ha assicurato: "Il governo ci sarà". Saranno nella delegazione, al fianco dell'ambasciatore Giampiero Massolo, fin dall'inizio dell'avventura alla guida del Comitato promotore.
Due anni di lavoro molto duro, migliaia di eventi, appuntamenti internazionali, accordi e intese per tessere una ragnatela diplomatica in grado di competere con i miliardi sauditi. Ne avrebbe spesi almeno 8 la candidata Riad, da lungo tempo favorita e saldamente in testa alle previsioni. Anche se Roma e Busan venderanno cara la pelle, almeno per evitare che gli arabi si ritrovino organizzatori dell'Expo 2030 già dopo il primo turno. Se nella 173/a Assemblea generale del BIE (Bureau International des Expositions) di domani pomeriggio non raggiungeranno 120 voti sui 182 paesi aventi diritto, infatti, si andrà al ballottaggio. Dal quale sarà esclusa la candidata - presumibilmente una fra Roma e Busan - che avrà ottenuto meno voti fra i 3 in gara al primo turno. Le previsioni danno una novantina di voti per Riad, con Roma fra i 45 e i 50 davanti a Busan.
Ma molto si giocherà probabilmente proprio nei corridoi del Palais des Congrès d'Issy-les-Moulineaux nel pomeriggio di domani, quando alle 14 comincerà l'ultima serie delle "presentazioni" della candidatura, un rito già declinato in diversi appuntamenti e al quale Roma ha saputo arrivare sempre con iniziative di grande impatto. Non un caso che siano state scelte tre donne per questa sfida finale in cui ci si misurerà con una candidata, Riad, che desta più di un interrogativo sul piano del rispetto dei diritti umani e della parità di genere. Non a caso, a gridare domani a tutti i delegati del mondo "Roma is my home" sarà una donna come Trudie Styler, che con il marito Sting vive da una ventina d'anni in Italia, abitano in Toscana, ed è attrice, produttrice cinematografica, regista, attivista per i diritti umani, ambientalista e ambasciatrice Unicef. Con lei, un simbolo universale della tenacia nel combattere le battaglie più difficili,campionessa di scherma paraolimpica, Bebe Vio, e una star dalla popolarità ormai planetaria come Sabrina Impacciatore. Una partita nella partita si giocherà nei 15 minuti di intervallo tra la prima e la seconda votazione: se si andrà al ballottaggio, infatti, si scatenerà la caccia ai voti della candidata eliminata.
L'Italia, sulla carta, potrebbe contare su quelli di Francia (che voterà Riad al primo turno) e Portogallo. "Incrociamo le dita. Questa di Expo 2030 è una partita molto difficile - ha confermato il ministro degli Esteri, Antonio Tajani - l'obiettivo è quello del ballottaggio, anche oggi ho avuto qualche messaggio positivo di qualche paese che voterà per noi". A Parigi sono sbarcate già questa sera altre personalità che sosterranno la candidatura di Roma. Il presidente di Unindustria Lazio, Angelo Camilli, il primo che nel settembre 2020 ha lanciato la candidatura di Roma, ora giunto "a rappresentare il sistema delle imprese laziali ma più in generale italiane. Siamo fortemente convinti del progetto e lo abbiamo sostenuto fin dal primo momento - ha detto - i grandi eventi sono un volano formidabile di crescita e sviluppo e Roma ha tutte le carte in regola per aggiudicarsi questa candidatura che sarebbe una vittoria dell'Italia e della sua capitale". Con lui Massimo Scaccabarozzi, presidente della fondazione Roma Expo 2030: "ce l'abbiamo messa tutta - ha detto - ci abbiamo sempre creduto e continuiamo a crederci. Roma, il Lazio e l'Italia hanno le carte in regola per aggiudicarsi l'Expo grazie ad un progetto senza eguali e grazie a principi di valori e cultura che da sempre contraddistinguono il nostro Paese". Senza voto ma con un forte significato simbolico, sostiene Roma anche la capitale "gemellata" Parigi, in questa scelta indipendente rispetto a quella del governo francese. Tanto da aver garantito a Roma Expo 2030, oltre al supporto della sindaca Anne Hidalgo, anche la disponibilità di una sede parigina attiva da prima dell'estate.
Israele sostiene la candidatura di Roma
"Sono felice di confermare che lo Stato d'Israele ha deciso ufficialmente di sostenere la candidatura del Comune di Roma a Expo 2030. Noi dell'ambasciata siamo ben lieti che il nostro suggerimento sia stato accolto. In bocca al lupo, Roma!".
Lo scrive su X l'ambasciatore israeliano Alon Bar, nel giorno in cui si riunisce l'Assemblea generale dell'Ufficio Internazionale delle Esposizioni per scegliere tra Roma, Riad e Busan.
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