Le pensioni di vecchiaia saranno
escluse dalla stretta prevista in manovra per medici, dipendenti
di enti locali, maestri e ufficiali giudiziari ma saranno invece
penalizzate quelle anticipate. Lo stabilisce un emendamento del
governo alla manovra, depositato in commissione Bilancio al
Senato, in cui si precisa in ogni caso che non rientreranno
nelle nuove disposizioni tutte le pensioni di coloro che
maturano i requisiti entro il 2023.
Per quanto riguarda le uscite anticipate, l'uscita però sarà
più soft per i medici e gli infermieri. Si prevede infatti una
riduzione di un trentaseiesimo del taglio per ogni mese in più
di permanenza al lavoro.
Arriva inoltre per tutte le pensioni anticipate una revisione
delle finestre d'uscita che - secondo la relazione tecnica -
prevede un posticipo della decorrenza di un mese se si maturano
i requisiti nel 2025, di 2 mesi se si maturano nel 2026, di 4
mesi per chi li matura nel 2027 e di 6 mesi a partire dal 2028.
Infine, i dirigenti medici e gli infermieri potranno, se
vorranno, rimanere al lavoro fino ai 70 anni.
Le novità della manovra garantiscono "un sostanziale e
complessivo equilibrio" dei conti, spiega la relazione tecnica
allegata all'emendamento del governo. La relazione si sofferma
sul rapporto debito/Pil spiegando che "il complessivo intervento
conferma gli andamenti a legislazione vigente in merito al grado
di sostenibilità delle finanze pubbliche e del debito pubblico e
dei relativi indicatori".
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