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La Bce lascia fermi i tassi, Lagarde frena sui tagli

La Bce lascia fermi i tassi, Lagarde frena sui tagli

Stop ai reinvestimenti pandemici. I mercati restano ottimisti

ROMA, 14 dicembre 2023, 22:21

Chiara De Felice

ANSACheck
Lagarde © ANSA/EPA

 La Bce resta in pausa e pausa significa aspettare, non pensare a quando tagliare i tassi.
Contrariamente al suo collega americano Jay Powell, che ha già annunciato tre cali per il 2024, la presidente della Bce Christine Lagarde non asseconda l'ottimismo dei mercati, lascia i tassi fermi al 4,5% e ribadisce che i tagli sono ancora fuori dall'orizzonte, perché l'inflazione non si può ancora dire domata. E la linea del rigore non si ferma qui: a metà dell'anno prossimo inizia la vera chiusura del programma di acquisto straordinario di titoli, il Pepp, iniziato con la pandemia per sostenere l'economia europea piombata in profonda recessione.
"Non abbiamo parlato per niente di taglio dei tassi, non crediamo che sia tempo di abbassare la guardia, c'è ancora lavoro da fare e quindi aspettiamo", ha chiarito la presidente, spiegando che la Bce resta "dipendente dai dati" e che sull'inflazione di fondo servono più informazioni che arriveranno solo nei prossimi mesi. L'inflazione nominale, invece, resta sulla buona strada. Anche se a dicembre vedremo un nuovo aumento dovuto all'energia, la Bce rivede al ribasso le proiezioni per il 2023 e il 2024. Gli esperti ora si attendono che si collochi al 5,4% per quest'anno, al 2,7% il prossimo, al 2,1% nel 2025 e all'1,9% nel 2026. Una traiettoria migliore delle attese, frutto della stretta monetaria iniziata a luglio del 2022 e proseguita ininterrottamente, con dieci rialzi, fino a settembre.
Le decisioni di Francoforte hanno rallentato l'inflazione raffreddando l'economia, che ha sfiorato la recessione. 

 Costringendo adesso anche la Bce a tagliare le stime sulla crescita: il +0,7% previsto a settembre per il 2023 è sceso a +0,6%, e il +1% del 2024 è calato a +0,8%. La crescita resta quindi "contenuta" nel breve periodo, per poi riprendersi nel medio termine per effetto dell'incremento dei redditi reali - poiché le famiglie beneficiano del calo dell'inflazione e dell'aumento delle retribuzioni - e del miglioramento della domanda esterna. Sempre se il commercio globale non subirà nuove battute d'arresto. Invariata la stima sul 2025 (+1,5%), ma è ancora troppo presto per prevedere cosa succederà all'economia insidiata su parecchi fronti. Restano i rischi geopolitici delle due guerre in corso, in Ucraina e in Medio Oriente, e restano gli effetti della stretta monetaria che ancora non si sono visti appieno.

 


Le parole della Lagarde sono arrivate chiare ai mercati, con la Borsa di Milano che ha prima virato in negativo ma ha chiuso poi in positivo, come le altre europee. Per diversi analisti, però, non c'è spazio per troppo ottimismo: il taglio dei tassi, che gli investitori prezzavano da marzo, adesso è rinviato come minimo a giugno. Ma qualcosa si muove: la Bce non parla più di "inflazione troppo elevata per troppo tempo", ma spiega che "calerà gradualmente nel corso dell'anno prossimo".
Un altro elemento che prepara il terreno ai tagli nel 2024 è la decisione, a sorpresa, di dare il via alla ritirata del programma pandemico di acquisto dei titoli. "Il Pepp ha servito il suo scopo, la pandemia è finita, e la normalizzazione del bilancio della Bce è benvenuta", ha detto Lagarde, spiegando che la decisione è stata presa da una "larga maggioranza", anche se "alcuni avrebbero preferito una diversa tabella di marcia". I nuovi acquisti del Pepp erano terminati già lo scorso anno, ma la Bce aveva deciso di reinvestire il capitale rimborsato sui titoli in scadenza ancora fino a fine 2024, per evitare effetti traumatici sui titoli di Stato. Ora ridurrà i reinvestimenti di di 7,5 miliardi di euro al mese a partire dalla seconda metà del 2024. Un rischio per i Paesi che più hanno beneficiato del programma straordinario di acquisti. Per Lagarde non ci saranno scossoni sui mercati, ma se qualcosa dovesse andare storto "ci sono gli strumenti che non esiteremo a usare", come il Tpi, il programma di acquisti pensato per proteggere la trasmissione della politica monetaria. 

Lagarde: 'Non abbiamo parlato di taglio dei tassi. C'è ancora lavoro da fare, non abbassiamo la guardia'

 "Non abbiamo parlato per niente di taglio dei tassi", ha detto la presidente della Bce, Christine Lagarde, al termine della riunione del Consiglio direttivo a chi gli chiede delle attese del mercato per una riduzione nella prima metà del 2024. Sull'inflazione "dobbiamo abbassare la guardia? Ce lo siamo chiesto. No, non dovremmo assolutamente", ha aggiunto, spiegando che la Bce resta "dipendente dai dati" e che sull'inflazione di fondo servono più dati che arriveranno nei prossimi mesi, perché c'è una componente che fatica a calare. 

 "Non crediamo che sia tempo di abbassare la guardia, c'è ancora lavoro da fare e quindi aspettiamo",  ha affermato ancora Lagarde.  La presidente ha ribadito che i tassi resteranno a un livello sufficientemente restrittivo per tutto il tempo necessario. "Alcuni dati giocano un ruolo significativo", e quando arriveranno "ci diranno se è tempo di abbassare la guardia", ha aggiunto. 

 "Il Pepp (programma pandemico di acquisto dei titoli) ha servito il suo scopo - ha detto -. La pandemia è finita, e la normalizzazione del bilancio della Bce è benvenuta. Non vediamo un rischio di frammentazione (dei mercati dell'area euro ndr) ma il rischio c'è e per contrastarlo ci sono gli strumenti che non esiteremo a usare, perché la buona trasmissione della politica monetaria è parte della politica stessa". 

 

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