La platea del World economic forum di Davos cerca di mantenersi ottimista ma il nuovo fronte di crisi nel Mar Rosso getta una coltre di fumo sulle prospettive del commercio internazionale e dell'economia globale. E' il momento di mantenere i nervi saldi ma i mercati già guardano avanti e anche la presidente della Bce Christine Lagarde asseconda l'umore di molti suoi colleghi nel Consiglio direttivo e si spinge a giudicare "probabile" entro l'estate l'atteso taglio dei tassi. "Prima arriva meglio è", secondo il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti che a Davos incontra diversi investitori, da JPMorgan a Bank of America, che sarebbero "molto interessati" anche al piano italiano sulle privatizzazioni. L'instabilità in Medio Oriente, che come temevano gli analisti si è già allargata toccando lo snodo cruciale del Canale di Suez, costringe i banchieri centrali a un supplemento di cautela. Le petroliere che dal Qatar sono costrette a passare per il Capo di Buona Speranza per raggiungere il Mediterraneo, rischiano di far schizzare di nuovo i prezzi dei trasporti, e quindi dell'energia. Un problema in più da considerare per i banchieri centrali pressati da governi e mercati affinché mettano fine al ciclo rialzista più rapido della storia. "Siamo sul percorso giusto" verso il ritorno dell'inflazione al 2%, ha detto Lagarde, ma soltanto se non ci sarà "un altro shock economico".
Quindi "non cantiamo vittoria", ha avvertito la presidente, che però, per la prima volta, apre alla possibilità che il primo taglio dei tassi avvenga prima dell'estate. I governatori della fronda delle colombe lo chiedono da settimane ormai, sebbene i falchi continuino a frenare. Un balletto che lascia i mercati nell'incertezza e zavorra le Borse. E da domani comincia la settimana di silenzio che precede le riunioni della Bce. Bisognerà aspettare giovedì 25 gennaio per avere un'indicazione sul percorso. Per il ministro Giorgetti l'eventuale taglio dei tassi entro l'estate "è una buona notizia per tutti, non solo per il debito italiano, anche per tutte le famiglie che hanno un mutuo, per le imprese che devono investire, quindi prima arriva il taglio meglio è". Il ministro è volato al forum di Davos proprio per incontrare gli investitori interessati al debito italiano e non solo.
Dal numero uno di JP Morgan Jamie Dimon, all'amministratore delegato di Bridgewater Ray Dalio, a Brian Moynihan, amministratore delegato di Bank of America. Passando per Ruth Porat, direttrice finanziaria di Alphabeth, la holding che controlla anche Google. L'obiettivo era "aggiornare e dare un'indicazione anche diretta, in prima persona, di quanto sta accadendo in Italia e anche ai loro investimenti", ha detto Giorgetti, spiegando di aver trovato interlocutori soddisfatti che, magari, saranno spinti ad investire "anche di più". In particolare ha registrato "ampia soddisfazione" per le operazioni avviate, dal Monte dei Paschi a operazioni anche molto complesse come la netco di Tim. Inoltre, gli investitori internazionali si sono detti "molto interessati" anche al piano di privatizzazioni. Un piano che lo stesso ministro definisce "molto ambizioso", ma che può convincere i nostri interlocutori perché "dalla nostra abbiamo un governo stabile, una maggioranza forte che probabilmente è un unicum in Europa e questo tutti l'hanno appurato e valutato". Giorgetti ha anche incontrato Paul Mo-Po Chan, segretario alle Finanze di Hong Kong, e i ministri delle Finanze dell'Arabia Saudita e del Qatar. Con questi ultimi ha discusso della situazione nel Mar Rosso che preoccupa perché "i porti del Mediterraneo sono i primi danneggiati da questi colli di bottiglia". Un problema anche per l'inflazione, se dovessero schizzare i costi dei noleggi delle imbarcazioni, ma non per il gas perché con i livelli degli stoccaggi italiani c'è ormai una "situazione di sicurezza energetica".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA