Il presente e il futuro dell'automotive italiano. Il presente con il Piano incentivi per il 2024 e le preoccupazioni per gli stabilimenti Stellantis e i relativi indotti. Il futuro potrebbe portare a una seconda casa automobilistica che produca in Italia, anche se di un altro Paese. A Potenza - a 150 chilometri da Taranto e quindi da altre scottanti questioni, quelle che riguardano l'ex Ilva - oggi il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha avuto diversi incontri istituzionali, ma il più importante di tutti è stato sicuramente quello con i lavoratori dello stabilimento e dell'indotto Stellantis di Melfi, sotto la sede di Confindustria Basilicata.
Nei giorni scorsi in 110, dipendenti di due imprese dell'area industriale di San Nicola, sono stati collocati in cassa integrazione. Ma pure per tutti gli altri - hanno detto a gran voce, sostenuti dai sindacati dei metalmeccanici e della logistica - il futuro è ricco di incognite. Urso ha provato a rassicurarli. In particolare, il ministro ha parlato dei tavoli tecnici su Stellantis che prenderanno il via lunedì prossimo, 22 gennaio.
Nelle cinque riunioni "si comincerà ad analizzare, stabilimento per stabilimento - ha specificato il ministro - le prospettive, i programmi di Stellantis e quindi come essi incideranno in ogni sito produttivo, a cominciare da quello di Melfi che ha bisogno di certezze". Il primo febbraio, invece, al tavolo automotive sarà presentato il Piano incentivi per il 2024.
Tre le direttrici indicate da Urso: "Rottamare le auto più vecchie e altamente inquinanti, favorire l'acquisto di modelli ecologicamente sostenibili da parte dei ceti più bassi e di chi ha meno disponibilità finanziaria, e aumentare la produzione nazionale". L'obiettivo: "Segnare una svolta rispetto a quello che è accaduto negli anni passati". Con un'evidente apertura alla possibilità di avere una seconda casa automobilistica che produca in Italia, semmai anche "con soggetti di altri Paesi".
Alcune settimane fa, Fim, Fiom e Uilm torinesi avevano rotto "il tabù del produttore automobilistico unico: a Torino deve arrivare un altro costruttore. Nessun pregiudizio sui cinesi, purché - avevano messo in evidenza i rappresentati sindacali - rispettino le regole europee e italiane. Soltanto attraverso il rilancio di Mirafiori l'indotto può riprendere a camminare".
A proposito di stabilimenti Stellantis e indotti, oggi l'amministratore delegato, Carlos Tavares, ha presentato la piattaforma Stla Large, una delle quattro del gruppo per i veicoli elettrici - la prima per l'Europa sarà nello stabilimento italiano di Cassino - sulla cui base saranno progettati otto modelli di cinque brand, prodotti e venduti a livello globale tra il 2024 e il 2026. Dodge e Jeep guideranno i lanci, seguiti poi da Alfa Romeo, Chrysler e Maserati.
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