Il dado è tratto: Acciaierie d'Italia va verso l'amministrazione straordinaria. Ma all'orizzonte si prospetta un duro scontro con Arcelor Mittal, secondo cui così c'è "una grave violazione dell'accordo di investimento". Il governo lavora per definire tempi e modi dell'operazione, con il pressing costante di sindacati e aziende dell'indotto ricevuti in serata a Palazzo Chigi per fare il punto sulla situazione.
Ma ci saranno anche tutele per l'indotto con "l'intenzione di mettere in campo un ammortizzatore sociale unico" per le aziende interessate. Nelle prossime ore, massimo nei prossimi giorni, ha riferito il governo "saranno nominati i commissari straordinari per Acciaierie d'Italia assicurando che la scelta ricadrà su figure che abbiano una professionalità e una competenza specifica nel settore siderurgico e una conoscenza diretta degli impianti". Nomi certi non ce ne sarebbero e non ne sono stati fatti. Ma nella rosa all'esame ci sarebbero il commercialista Andrea Zoppini, l'esperto siderurgico Carlo Mapelli, ma anche i commercialisti Marco Costantini e Giovanni Bruno. L'obiettivo - ha spiegato il governo - è quello di garantire la continuità dell'azienda e darle rilancio. E poi - ha aggiunto il ministro delle Imprese Adolfo Urso - si punta a na "gara nel minor tempo possibile perché si sono affacciati numerosi investitori italiani e stranieri". Nelle intenzioni del governo il commissariamento, con l'estromissione di Arcelor Mittal, dovrebbe fare da ponte per l'ingresso di nuovi investitori privati. Il ministro Urso ha portato l'esempio anche "dei recenti accordi che riguardano il sito industriale di Piombino". Il riferimento è al recente protocollo siglato con gli ucraini di Metinvest, Danieli e Officine Meccaniche, per il rilancio del sito toscano. La strada è tracciata ma i timori rimangono.
"L'amministrazione straordinaria è un salto critico, problematico - ha detto il segretario generale della Fim Cisl, Roberto Benaglia - vogliamo dal governo la certezza di un percorso che non faccia affondare ulteriormente l'azienda". Paure che riguardano anche l'indotto. Il rappresentante di Confindustria Taranto, Pasquale Di Napoli, ha spiegato che "uno dei grandi drammi che si sta vivendo è che Acciaierie d'Italia, nella persona della Morselli, ha messo un veto totale sulla documentazione". In pratica il governo non ha potuto sapere il quadro debitorio o la situazione degli impianti. A questo serviranno i commissari: "si entra dentro per poi fare una gara", perché "se non entrano e capiscono la situazione non possono prospettare ad eventuali investitori", ha sottolineato Di Napoli. Ma il percorso è comunque tutto in salita. Le avvisaglie sono quelle di una schermaglia che si potrebbe trasformare in una battaglia legale tra il Governo e Arcelor Mittal.
Accierie d'Italia ha annunciato di aver fatto richiesta di 'concordato con riserva' che da' spazio ad una procedura di 'concordato preventivo' in 60-120 giorni. Una contromossa preventiva. E subito dopo l'azionista Mittal scrive in una lettera ad Invitalia: "Siamo delusi e sorpresi". La richiesta al governo italiano di avviare il processo per porre Acciaierie d'Italia in amministrazione straordinaria, aggiunge, "è una grave violazione dell'accordo di investimento" perchè non si è avvisato il Cda di questa mossa. Il socio privato sostiene inoltre di aver partecipato "pienamente e in buona fede" alle "intense discussioni per cercare di raggiungere un accordo equo" respingendo il "tentativo - si legge nella missiva - di incolparci per il loro esito insoddisfacente, e di assolvere voi stessi e il governo italiano per il fallimento del nostro partenariato pubblico-privato". L'ormai prossima uscita di Arcelor Mittal da Acciaierie d'Italia non sembra indebolire la posizione del colosso indiano sui mercati, anzi. Moody's ne ha infatti migliorato l'outlook a 'positivo' da 'stabile', confermando il rating a lungo termine a Baa3.
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