Il Def quest'anno sarà "leggero", ma conterrà "numeri interessanti". Il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti lascia volutamente un po' di "suspence" annunciando l'arrivo entro una settimana del nuovo Documento di economia e finanza. In una programmazione di bilancio che si misura con le sfide poste dalle nuove regole del Patto Ue, il Mef è al lavoro sulle stime chiave, ovvero Pil, deficit e debito. Mentre con l'indebitamento raggiunto nel 2023 è ormai "scontato" per l'Italia l'avvio della procedura per deficit eccessivo.
Il Def sarà presentato "a breve" al Parlamento, avrà "una conformazione leggermente diversa rispetto al passato, sicuramente più leggera" e "un contenuto assai asciutto", spiega Giorgetti in audizione sulla riforma della governance Ue alle commissioni Bilancio di Camera e Senato. Sarà anche l'ultimo sottoposto all'esame del Parlamento, evidenzia, ricordando che gli strumenti di programmazione previsti dalle nuove regole comportano la necessità di rivedere le disposizioni che ne "disciplinano la tempistica e i contenuti".
Niente spoiler sui numeri. Per gli ultimi dettagli, al Mef si attendono i dati aggiornati in arrivo dall'Enea sul Superbonus. Giorgetti ai giornalisti si limita a dire: "saranno "interessanti". E ai parlamentari: "Li verificherete quando presenteremo i dati il 9 aprile". Il ministro conta di approvare il Def "entro i primi 10 giorni di aprile". E infatti il consiglio dei ministri sarebbe già previsto per martedì 9. Sui numeri al momento si sa solo che il Pil 2024 dovrebbe crescere di "un modesto 1%", come anticipato una decina di giorni fa dallo stesso Giorgetti. Quindi un paio di decimali sotto l'1,2% indicato nella Nadef. Una limatura analoga, dovrebbe essere fatta per il 2025 (al +1,2%), secondo le anticipazioni del Sole24Ore. Indiscrezioni che indicano un disavanzo 2024 sotto al 4,5% (vicino al 4,3% stimato a ottobre), per poi scendere sotto il 4% l'anno prossimo. Servirà arrivare almeno al 2026, secondo Bloomberg, per scendere sotto l'obiettivo del 3%. Col livello toccato lo scorso anno (7,2% secondo le prime stime Istat), intanto, è ormai "scontato che la Commissione Ue raccomanderà al Consiglio di aprire una procedura di disavanzo eccessivo", dice Giorgetti. Un esito, precisa comunque, già scontato quando abbiamo presentato il Def del 2023.
Altro numero chiave sarà il debito, su cui pesa direttamente l'eredità del Superbonus. Siamo ad un livello che, per evidenti ragioni di sostenibilità, serve "la massima ponderazione delle risorse", avverte il ministro. E, forse pensando proprio al 110%, cui il governo ha appena impresso una nuova stretta, indica la necessità di sostituire i crediti d'imposta con strumenti "più controllabili". Mentre alle opposizioni che tirano in ballo il Ragioniere dello Stato, che secondo indiscrezioni potrebbe essere sostituito, replica tranquillo: "è assolutamente libero di dirvi cosa pensa". Giorgetti solleva anche il tema delle garanzie pubbliche: i vincoli della nuova governance Ue, dice, richiedono un "cambio di prospettiva", che riporti dall'emergenza verso un percorso ordinario.
Più in generale, benvenga l'indagine conoscitiva avviata dal Parlamento per valutare l'impatto del nuovo Patto sulle norme nazionali di bilancio: può essere "l'occasione per valutare la necessità di eventuali e ulteriori aggiustamenti utili a superare le criticità", osserva Giorgetti, che invita a concentrare la riflessione sull'opportunità di "un ulteriore potenziamento della flessibilità". Ma attenzione ad intervenire sui principi costituzionali, che restano "attuali" anche nel nuovo quadro. Il percorso comunque è lungo, dice Giorgetti, che auspica anche "intelligenza" da parte della nuova Commissione Ue. Chissà se ci anche lui a farne parte: "Cinque anni fa manifestai la mia indisponibilità", non ho cambiato idea, replica a chi gli chiede dei rumors che lo danno come possibile commissario. "Dopodiché - chiosa - i ministri ci sono, cambiano".
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