C'è scollamento tra il mercato
unico europeo e le piccole e medie imprese. E' quanto rileva The
European House Ambrosetti nello studio proposto al Workshop di
primavera di Cernobbio. Al contrario - secondo quanto emerge
dalla ricerca - il mercato unico "ha convinto all'unanimità la
comunità imprenditoriale delle grandi imprese dei benefici
apportati". Le piccole e medie imprese criticano le
"complicazioni amministrative" e "l'aumento dei costi" di
adeguamento alle regole, mentre le grandi imprese chiedono "più
mercato".
Dallo studio emerge poi che il mercato unico procede a più
velocità. In alcuni settori definiti "di primaria importanza per
il futuro dell'Europa", come l'energia, i trasporti e la
finanza, "non esiste ancora un vero mercato unico". Tuttavia "la
sovrabbondanza di norme, la tendenza all'avversione al rischio e
le difficoltà di attuazione contribuiscono ad aumentare i costi
di conformità e a creare barriere".
In questo quadro Ambrosetti indica come "priorità per il
futuro" l'aumento della competitività e la sicurezza economica.
"L'economia globale sta subendo cambiamenti guidati
dall'emergere di nuove tecnologie e dal fatto che gli obiettivi
di sostenibilità e di clima stanno diventando di primaria
importanza - viene spiegato - fattori che condizionano il
mercato unico e che richiedono investimenti per finanziare i
grandi progetti di interesse pubblico per realizzare la
transizione digitale e la transizione ecologica".
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