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Giorgetti lavora al Def. Bankitalia, Pil +0,6%

Giorgetti lavora al Def. Bankitalia, Pil +0,6%

Il nodo dei bonus edilizi su crescita e conti

ROMA, 05 aprile 2024, 20:15

di Chiara De Felice

ANSACheck

Il ministro Giorgetti - RIPRODUZIONE RISERVATA

L'inflazione è in netto calo, molto più delle attese, ma i prezzi più bassi non riusciranno per quest'anno a dare una scossa all'economia. La Banca d'Italia aggiorna le previsioni e conferma le sue ultime stime di dicembre sul Pil italiano: nel 2024 la crescita resterà modesta, dello 0,6%, a causa dei consumi delle famiglie praticamente fermi e degli investimenti nell'edilizia in frenata per lo stop ai bonus. Per poter paragonare il dato a quello che il governo indicherà nel Def martedì prossimo, Bankitalia sottolinea che per un diverso sistema di calcolo deve salire a 0,8%. Un numero che non è troppo lontano da quel "modesto 1%" che il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti aveva anticipato giorni fa, limando l'1,2% indicato nella Nadef a settembre.

Giorgetti, al lavoro sui numeri del Documento di economia e finanza, si è confrontato anche con la premier Giorgia Meloni in una riunione preparatoria a Palazzo Chigi in vista del Consiglio dei ministri di martedì. Sarà l'ultimo Def come lo abbiamo conosciuto fino ad oggi, perché da giugno il nuovo Patto di Stabilità ne cambierà contenuto e forma. Ma già da ora comincerà ad "alleggerirsi", ha spiegato il ministro in Parlamento. Ad esempio, non avrà più il quadro programmatico ma soltanto quello tendenziale, visto che non servirà più specificare il percorso verso l'obiettivo del pareggio di bilancio. Le nuove regole Ue, infatti, cambiano il parametro su cui si valuterà il calo del debito pubblico: dal prossimo settembre i governi dovranno presentare il piano per ridurre la spesa primaria netta, cioè quella pienamente controllata dal governo (va esclusa la spesa per interessi e quella per i co-finanziamenti europei). E' un momento di transizione dalle vecchie alle nuove regole, che cambieranno anche il calendario della programmazione economica, e sui conti pubblici gravano diverse incertezze che andranno verificate nel corso dell'anno per poter restituire un quadro accurato anche degli spazi disponibili.

Prima incognita fra tutte, il peso del Superbonus: soltanto a fine giugno Eurostat spiegherà come conteggiare i crediti 2024 e quelli incagliati, un chiarimento destinato a modificare i numeri del deficit sia di quest'anno che dei prossimi. Al momento, il governo lavorerebbe per inserire nel Def un disavanzo compreso in una forchetta tra il 4,2% e il 4,4%, ovvero non lontano dal 4,3% della Nadef. Se la stretta sul Superbonus ha aiutato a contenere la spesa pubblica, ha avuto però l'effetto collaterale di rallentare gli investimenti nell'edilizia, pesando sul Pil. "Rispetto alle proiezioni pubblicate a dicembre, la crescita del Pil è pressoché invariata", spiega Bankitalia, sottolineando come i benefici del calo dei prezzi delle materie prime e dei tassi più favorevoli sono annullati "dal più accentuato rallentamento dell'attività nel comparto edilizio". In ogni caso, seppur lentamente, l'economia è in fase di ripresa, e gli indizi si moltiplicano. Prima di tutto, l'inflazione, pari al 5,9% del 2023, diminuirebbe nettamente quest'anno, all'1,3%, per poi risalire nel biennio successivo, rimanendo comunque inferiore al 2%. Un "forte ridimensionamento" dovuto principalmente al calo dei prezzi dei beni intermedi e dell'energia, "solo in parte compensato dall'accelerazione delle retribuzioni ". L'anno prossimo Bankitalia prevede una crescita dell'1% e nel 2026 dell'1,2%.

"L'attività economica beneficerebbe della ripresa della domanda estera e del potere d'acquisto delle famiglie ma condizioni di finanziamento ancora restrittive e il ridimensionamento degli incentivi all'edilizia residenziale peserebbero sugli investimenti", e l'effetto di questi fattori verrebbe solo "in parte" compensato dall'impulso delle misure del Pnrr, spiega la Banca d'Italia.

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