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Eni e Snam avviano impianto di cattura del carbonio a Ravenna

Eni e Snam avviano impianto di cattura del carbonio a Ravenna

Per decarbonizzare le industrie pesanti della zona

ROMA, 03 settembre 2024, 11:16

Redazione ANSA

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Eni e Snam annunciano l'avvio delle attività di iniezione della Co2 in un giacimento esaurito di metano a Ravenna. Si tratta del progetto Ravenna Ccs, joint venture fra i due gruppi, il primo impianto italiano per la cattura e lo stoccaggio permanente dell'anidride carbonica, al servizio delle industrie della zona, per decarbonizzare le loro produzioni. 

La Fase 1 del progetto (quella avviata oggi) ha l’obiettivo di catturare, trasportare e stoccare la Co2 emessa dalla centrale Eni di trattamento del gas naturale di Casalborsetti, nel comune di Ravenna, stimata in circa 25 mila tonnellate per anno. Una volta catturata, l’anidride carbonica viene trasportata, attraverso condotte precedentemente utilizzate per il trasporto del gas naturale e opportunamente riconvertite, fino alla piattaforma offshore di Porto Corsini Mare Ovest, per essere infine iniettata nell’omonimo giacimento a gas esaurito, dove viene stoccata permanentemente a circa 3000 metri di profondità.

   Il progetto garantisce un livello di abbattimento superiore al 90%, e con punte fino al 96%, della Co2 in uscita dal camino della centrale, con una concentrazione di carbonio inferiore al 3% ed a pressione atmosferica, le condizioni più severe ad oggi riscontrabili dal punto di vista industriale. Queste performance, sostiene Eni, collocano Ravenna Ccs come il primo progetto al mondo su scala industriale con tale efficienza di cattura.

   Un altro elemento distintivo del progetto è l’alimentazione dell’impianto di cattura della centrale di Casalborsetti con energia elettrica da fonti rinnovabili, con il risultato di evitare ulteriori emissioni di Co2.

   Nei prossimi anni, in corrispondenza della Fase 2, è in progetto lo sviluppo su scala industriale di Ravenna Ccs. Eni e Snam prevedono di stoccare fino a 4 milioni di tonnellate l’anno entro il 2030, in linea con gli obiettivi definiti dal Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (Pniec). Grazie alla capacità totale di stoccaggio dei giacimenti a gas esauriti dell’Adriatico, i volumi catturati e da immagazzinare nel sottosuolo potranno raggiungere 16 milioni di tonnellate all’anno in base alla domanda del mercato.

   Alla luce delle sue caratteristiche e del potenziale di stoccaggio, il progetto di Ravenna si candida a diventare il polo italiano per la decarbonizzazione delle industrie energy intensive e hard to abate. Eni e Snam stanno anche portando avanti iniziative di ricerca e sviluppo per un possibile riutilizzo futuro della CO₂ catturata.

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