La Cop29 di Baku comincia la giornata
con la delusione per il mancato segnale venuto dal G20 di Rio de
Janeiro.
Si sperava in una dichiarazione politica che impegnasse le
grandi potenze economiche ad un aumento degli aiuti ai paesi in
via di sviluppo contro gli effetti del cambiamento climatico.
Dal summit invece è uscita solo una dichiarazione generica sulla
"necessità di catalizzare e incrementare gli investimenti da
tutte le fonti e i canali per colmare il divario di
finanziamento delle transizioni energetiche a livello globale,
soprattutto nei Paesi in via di sviluppo".
E i capi di Stato e di governo riaffermano "che quest'ultimi
devono essere sostenuti nella loro transizione verso basse
emissioni di carbonio", con l'impegno a "facilitare i
finanziamenti a basso costo per loro". Nessun impegno concreto
ad aumentare i fondi per gli aiuti, come chiedono i paesi
vulnerabili a Baku. Il dossier più importante della conferenza,
quello appunto sul fondo per aiutare i paesi vulnerabili al
riscaldamento globale, non ha ricevuto dal G20 l'input
necessario per sbloccare un negoziato arenato da giorni.
Oggi alla Cop29 è la giornata dedicata a cibo, agricoltura ed
acqua. Alla conferenza (che si chiuderà venerdì 22) sono
arrivati i ministri dell'Ambiente e dell'Energia, e oggi
intervengono nel negoziato, portato avanti finora dagli sherpa.
Sulla finanza climatica le posizioni sono ancora lontane: il
presidente della Cop, l'azero Mukhtar Babayev, ieri si è detto
preoccupato. Progressi sono stati fatti invece sul meccanismo di
mercato internazionale del carbonio (come l'Ets europeo),
previsto dall'articolo 6 dell'Accordo di Parigi.
Il ministro Pichetto, oltre a prendere parte al negoziato,
parteciperà oggi a diversi eventi: uno di Leonardo sul sostegno
tecnologico alla transizione, uno asulla sicurezza ambientale in
Ucraina, uno per la decarbonizzazione del trasporto aereo e uno
per il lancio del Giubileo dell'Ambiente.
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