"Creare uno strumento di sintesi,
di trend, per le aziende del sistema sanitario che possa
supportare le scelte decisionali delle aziende, per garantire un
servizio ai cittadini più efficiente e sicuro". E' questo
l'obiettivo del MedMal Report lo studio annuale sull'andamento
della Medical Malpractice in Italia, realizzato da Marsh, leader
globale nell'intermediazione assicurativa e nella consulenza sui
rischi, come ha spiegato l'amministratore delegato Marco Araldi,
in occasione di una anticipazione di alcuni dati della
quindicesima edizione a un ristretto numero di esperti e
direttori delle più importanti realtà healthcare in Italia. Lo
studio completo uscirà nelle prossime settimane.
"L'importanza di questo report annuale è quello di
rappresentare l'andamento dei sinistri nelle aziende sanitarie
sia pubbliche che private - ha aggiunto -, inoltre vuole mettere
in evidenza dove si verificano, identificare le aree di rischio
e quali sono i processi che più vengono colpiti". Le criticità
come segnalano le anticipazioni del rapporto riguardano sempre
le stesse aree, quella della ginecologia, dell'ortopedia, legate
anche "all'organizzazione - ha evidenziato Luigi Carlo Bottaro,
direttore generale Asl3 Genovese - Le situazioni messe in
evidenza da questo report mostrano come sia necessario che il
ruolo del Risk manager che oggi è ancora marginale, diventi
focale". Durante il confronto promosso da Marsh Italia alcuni
professionisti hanno evidenziato come manca una cultura del
rischio e la formazione, aggiungendo che serve una visione
strategica, un modello di gestione del rischio a 360 grandi.
Come ha confermato Cristina Gasparri, Associate Principal Public
Sector & Healthcare, Mercer Italia. "Le leve principali per una
gestione dei rischi nella sanità territoriale sono il personale
e l'organizzazione - ha detto -. I dati evidenziano che gli
errori in ambito territoriale sono da ricondurre a problematiche
di carattere organizzativo, quindi bisogna da un lato agire sul
personale creando delle condizioni organizzative in cui sia
motivato, valorizzato e ingaggiato. E dall'altro bisogna agire
sui processi, creare dei percorsi socio sanitari di presa in
carico del paziente, in cui diversi professionisti
amministrativi o sanitari, abbiano chiaro il proprio ruolo e la
loro responsabilità e soprattutto le attività da compiere".
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