L'Istat traccia l'area della popolazione che in Italia è esposta al pericolo di cadere nella trappola del disagio economico in base ad una serie di parametri complessi. Si parla di "rischio di povertà ed esclusione sociale" seguendo criteri europei e in linea con gli obiettivi europei della cosiddetta Strategia 2020 che punta a tirare fuori da queste condizioni milioni di persone in tutto il Continente.
E' a rischio povertà o esclusione sociale chi si trova in almeno una di queste tre situazioni:
1. Chi si trova a vivere sotto la soglia di povertà, pari a 9.508 euro annui, avendo a riferimento una famiglia composta da un solo adulto.
2. Chi si trova in condizioni di grave deprivazione materiale, mostra cioè almeno quattro segnali di disagio tra un ventaglio di nove: essere in arretrato su pagamenti, non potere fare fronte a spese impreviste, comprare un telefono, un'auto, una lavatrice o una tv; e ancora, non potere risaldare casa, fare un pasto proteico una volta ogni due giorni e andare in vacanza per una settimana.
3. Chi vive in famiglie a bassa intensità di lavoro, ossia in famiglie con componenti tra i 18 e i 59 anni che nel 2014 hanno lavorato meno di un quinto del tempo (escludendo gli studenti tra i 18 e i 24 anni). Un esempio può essere quello di una coppia in età lavorativa che è risultata occupata per meno di 4,8 mesi in un intero anno.
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