Psa Italy ha avviato un ambizioso
piano di investimenti per migliorare l'efficienza operativa e
ridurre l'impatto ambientale, così come previsto dal piano
industriale, nei terminal portuali dell'arco tirrenico e nel
bacino Nord Adriatico. Ma in particolare per il terminal di
Genova Pra' c'è un progetto da un miliardo per cambiare
completamente il modello operativo, con l'obiettivo di
aumentare la capacità da 2 a 3,2 milioni di teu.
"Vuol dire più automazione ma vuol dire soprattutto
ottimizzazione e nuove opportunità", spiega il ceo di Psa Italy
Roberto Ferrari. "Non stiamo chiedendo nuovi spazi alla città,
andremo a ottimizzare e aumenteremo la capacità sugli spazi che
abbiamo - sottolinea -. E questo porterà nuove opportunità a
tutto il territorio e gli stakeholders".
Un progetto che non sottrarrà occupazione, ma ne porterà di
nuova e richiederà uno sforzo di formazione: "dobbiamo creare i
presupposti per convincere l'investitore a fare questo step e li
dobbiamo costruire con tutto il territorio, con la politica,
l'Autorità di sistema portuale, il ministero. E tutti devono
essere consapevoli dell'importanza di un investimento del genere
in un territorio come Genova".
Per adesso il progetto è stato presentato al Mit, al
viceministro Edoardo Rixi, ma non ancora ai commissari
dell'Autorità portuale che ricevono solo le associazioni e non
gli imprenditori. "Siamo in fase embrionale, prima devo capire
se l'Adsp è interessata al progetto, a quel punto spingeremo per
avere l'autorizzazione finale, siamo stati un po' sfortunati, da
quando abbiamo iniziato a parlarne è successo di tutto e questo
ci ha ritardati tantissimo - denuncia Ferrari -. Ancora non
siamo riusciti a incontrare i commissari, incontrano solo le
associazioni. Vedremo quando ci sarà il presidente dell'Autorità
portuale di Genova e Savona-Vado, ma i tempi ci preoccupano. In
altre realtà chi vuole fare un investimento così importante
viene accolto in modo diverso".
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