(di Domenico Palesse)
Piccoli imprenditori e commercianti
alzano bandiera bianca e consegnano le chiavi dei loro locali
nelle mani dei sindaci. Come a dire "è finita, così non possiamo
andare avanti". E' un disperato grido d'aiuto di tanti,
tantissimi lavoratori che, davanti al nuovo decreto sulla fase
2, hanno deciso di alzare la voce. Tra loro anche lo chef
Gianfranco Vissani che, insieme con altri colleghi, ha
consegnato in modo simbolico le chiavi del suo ristorante al
sindaco del comune umbro di Baschi. "Il governo ci deve
ascoltare - dice -, l'intero settore è in ginocchio".
La mobilitazione - che ha preso il titolo di 'Risorgiamo
Italia' - è nazionale, dal Veneto alla Sicilia, e nei prossimi
giorni si trasformerà in manifestazioni, prima virtuali e poi di
piazza. La Confcommercio toscana, infatti, ha richiamato i
propri iscritti a far sentire la loro voce per il 4 maggio, la
data in cui entrerà in vigore il nuovo Dpcm e, dunque, saranno
prolungate le chiusure di negozi al dettaglio, bar e ristoranti.
Pronti a "proteste eclatanti" anche gli imprenditori umbri,
mentre in Friuli Venezia Giulia, è stata lanciata una petizione
online per chiedere al governatore, Massimiliano Fedriga, di
"far valere a Roma le ragioni di un territorio che può e deve
poter riaprire le imprese del terziario prima delle date fissate
dal Governo". I commercianti del Lazio parlano di "una condanna
a morte per migliaia di imprese", mentre in Trentino si teme una
"crisi irreversibile". La Confcommercio di Udine ha lanciato per
domani, alle 12, un flash mob su Facebook che potrebbe essere
l'ultimo avvertimento al governo prima di una protesta di
piazza.
In mattinata, nella martoriata Lombardia, una delegazione di
commercianti ha consegnato le chiavi di duemila negozi, tra bar,
ristoranti, cinema, parrucchieri ed estetisti, sfilando
simbolicamente per le vie dello shopping. Un gesto che racchiude
in sé la delicata situazione che sta vivendo l'intero settore.
Ieri sera, in molte città italiane, i titolari dei negozi hanno
lasciato le luci accese per protesta. Anche nella celebre
piazzetta di Portofino, dove sono tornate ad illuminarsi le
insegne dei ristoranti. A Sarzana, sempre in Liguria, è stato
organizzato un flash mob in piazza a cui ha partecipato anche la
sindaca, Cristina Ponzanelli. Sedie vuote, invece, sono state
posizionate davanti alla sede del Comune di San Giovanni
Rotondo, nel Foggiano. Su ognuna era stato apposto il nome di
un'attività commerciale che rischia di non riaprire. A Palermo,
oggi, le vetrine dei negozi sono state allestite con un
manichino che indossa solo la mascherina e una croce con il
nastro bianco e rosso e la scritta "La colpa non è nostra". "Il
nostro è un grido d'allarme, siamo in ginocchio e lo Stato non
ci sta aiutando", spiegano i commercianti, tra cui anche lo chef
televisivo, Natale Giunta.
Il caso finisce anche alla Camera, dove il deputato di
Fratelli d'Italia, Marco Silvestroni, si è presentato con le
chiavi di 340 esercizi commerciali del suo collegio, quello di
Albano e dei Castelli Romani. "Quelle chiavi consegnate a Conte
e ai suoi esperti - spiega -, sono i sogni le speranze e i
sacrifici dei commercianti italiani, che hanno sempre fatto la
loro parte pagando le tasse, difeso i loro dipendenti e retto
l'economia della Nazione". Forza Italia, invece, chiede "una
vera riduzione delle tasse" invocando un "un semestre bianco
fiscale".
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