Presentato oggi il ricorso promosso
dalle associazioni dei commercialisti Aidc, Anc, Sic, Unagraco e
Ungdcec presso il Tar del Lazio contro l'Agenzia delle Entrate
per l'annullamento del provvedimento con il quale è stato
approvato il modello per richiedere gli aiuti di Stato, in
scadenza il 30 giugno prossimo; all'iniziativa, recita una nota
dei sindacati dei professionisti, "si sono aggiunti numerosi
colleghi da tutto il territorio nazionale, che hanno agito in
proprio e come amministratori di società". Secondo i ricorrenti,
"l'adempimento presenta evidenti elementi di illegittimità, in
quanto l'Agenzia delle Entrate, in aperto contrasto con le norme
dello Statuto dei diritti del contribuente, richiede la
comunicazione di dati che sono già nella sua disponibilità,
esponendo anche il dichiarante al rischio di errori e
conseguenti sanzioni civili e penali", e il provvedimento
"delinea un quadro nel quale si scorgono i profili di un eccesso
di potere e di travisamento della delega ministeriale da parte
dell'Agenzia delle Entrate la quale, non attenendosi alla
richiesta del ministero dell'Economia di una dichiarazione
sintetica attestante il non superamento dei massimali, richiede
la compilazione di un modello di 8 pagine".
In ogni caso, per Aidc, Anc, Sic, Unagraco e Ungdcec "la
scadenza stabilita del 30 giugno è illogica, in ragione del
fatto che i dati da riportare nel modello di autodichiarazione
sono quelli relativi agli aiuti ricevuti dal 1° marzo 2020 al 30
giugno 2022, un arco temporale, quindi, che si conclude il
giorno stesso della scadenza, in palese violazione dello Statuto
dei diritti del contribuente". Le associazione di
commercialisti, considerati i tempi stretti della scadenza del
30 giugno, e la non sussistenza di "reale e concreta esigenza
che possa giustificare di gravare in misura così rilevante sul
contribuente, imponendo degli adempimenti particolarmente
complessi e delle scadenze immediate" hanno richiesto la misura
della sospensiva del provvedimento.
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