Andare in pensione anticipata sarà più difficile. La stretta sulle pensioni decisa dal governo con la manovra 2024 allunga i tempi per l'uscita dal mondo del lavoro. Rimane una certa diversificazione a seconda delle categorie dei lavoratori, ma i requisiti sono sempre più stringenti. Ecco una scheda con le principali novità.
- ARRIVA QUOTA 104 CON PENALIZZAZIONI: si potrà andare in pensione anticipata più tardi, con almeno 63 anni di età (erano 62 nel 2023) e 41 anni di contributi e in più con una riduzione dell'importo relativo alla quota retributiva. Si allungano le finestre per uscire una volta raggiunti i requisiti, da tre a sei mesi per il privato e da sei a nove mesi per il pubblico.
- STRETTA SULLE PENSIONI ANTICIPATE: dal 2025 potrebbero non bastare più 42 anni e 10 mesi di contributi oltre ai tre mesi di finestra mobile per l'accesso alla pensione anticipata indipendentemente dall'età (41 anni e 10 mesi per le donne.
Anticipato dalla fine del 2026 alla fine del 2024 il periodo nel quale non sono previsti adeguamenti alla speranza di vita.
- SALE L'IMPORTO MINIMO PER L'ANTICIPO DELLA PENSIONE: per i lavoratori in regime contributivo sale l'importo minimo maturato necessario per poter accedere alla pensione tre anni prima dell'età di vecchiaia. La soglia, a fronte di almeno 20 anni di contributi versati, sale da 2,8 a 3,3 volte l'assegno sociale.
In pratica, secondo i valori riferiti al 2023 da 1.409 euro a 1.660.
- RESTA L'APE SOCIALE MA SALGONO I REQUISITI: L'ammortizzatore scatterà a 63 anni e cinque mesi, non più a 63 anni secchi.
Stanziati per il prossimo anno 85 milioni, che salgono a 168 milioni nel 2025. - UN ANNO IN PIU' PER OPZIONE DONNA: La misura è riservata alle lavoratrici con 35 anni di contributi entro il 2023 e 61 anni di età (non più 60), requisito ridotto di un anno per ogni figlio fino a un massimo di due. Le categorie interessate restano quelle di disoccupate, caregiver o invalide almeno al 74%.
- RIVALUTAZIONE ASSEGNI, TAGLIO AI PIU' ALTI: Adeguamento pieno all'inflazione per le pensioni fino a 4 volte il minimo, sotto cioè 2.000 euro circa, al 90% (dal precedente 85%) per quelle tra 4 e 5 volte il minimo, e al 22% (con un taglio rispetto al 32% delle norme in vigore quest'anno) per quelle più alte, ovvero sopra 10 volte il minimo, pari a circa 5.000 euro al mese.
- RISCATTO PER I VUOTI CONTRIBUTIVI: Nel 2024 e 2025, i lavoratori in regime contributivo potranno riscattare i vuoti contributivi per un massimo di 5 anni anche non continuativi, adeguandoli ai periodi di lavoro. I versamenti potranno essere effettuati in un'unica soluzione o in massimo 120 rate mensili, ciascuna di importo non inferiore a 30 euro.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA