Sul fronte delle attese per il
futuro, nonostante il 68% delle cooperative si attenda un
livello stazionario della domanda, calano sensibilmente le
previsioni di aumento (dal 26% al 17%). Resta positiva la
propensione agli investimenti.
Tra i problemi che condizionano la propria attività, al primo
posto la scarsità di manodopera (indicata dal 41%), seguita
dall'aumento dei costi delle materie prime e dei materiali (31%)
e, tutti con la percentuale del 26%, l'aumento dei costi
energetici, l'aumento dei tassi di interesse, la liquidità a
breve termine. Infine, le difficoltà sul fronte del credito. Le
cooperative che negli ultimi 4 mesi del 2023 hanno richiesto un
finanziamento (il 31%) continuano a rilevare un aumento dei
tassi di interesse (il 77%), la richiesta di altre condizioni da
parte delle banche (30%), l'aumento dei tempi di concessione
(28%) e delle garanzie richieste (26%).
"I risultati della nostra analisi rafforzano le preoccupazioni
già espresse sulle ripercussioni che il rallentamento
complessivo dell'economia avrà sulle cooperative, maggiormente
su quelle che operano nel mercato interno, ma anche sul fronte
dell'export. Per questo, oltre ad auspicare che ci siano le
condizioni per sfruttare a pieno le opportunità del PNRR per un
rilancio della crescita, riteniamo indispensabile un'azione per
abbassare i costi dell'energia, una progressiva riduzione dei
tassi di interesse e la definizione, completamente trascurata
nella legge di bilancio, di specifiche politiche di sostegno e
di risorse che consentano alle imprese di far ripartire gli
investimenti necessari per affrontare con successo la
transizione verso la sostenibilità e la digitalizzazione",
afferma il presidente Gamberini.
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