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Ambrosetti, il welfare aziendale è poco efficiente

Ambrosetti, il welfare aziendale è poco efficiente

Ottimizzarlo varrebbe 4,5 volte più rispetto spesa delle aziende

MILANO, 12 febbraio 2024, 11:11

Redazione ANSA

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In un momento storico che in Italia ha visto la stagnazione della produttività e una minor crescita del Prodotto Interno Lordo nazionale rispetto agli altri principali Paesi europei, ottimizzare il cosiddetto welfare aziendale migliorerebbe la produttività con un rapporto costi/benefici favorevole alle aziende. A dirlo la ricerca realizzata da The European House - Ambrosetti in collaborazione con Jointly, che evidenzia come il beneficio che un collaboratore ottiene dai diversi servizi integrati all'interno di un piano di corporate wellbeing supera di oltre quattro volte il valore economico dell'investimento sostenuto dall'impresa.
    Nell'esempio riportato dalla ricerca, a fronte di una spesa media dell'azienda di 2.500 euro pro capite, il valore reale per il collaboratore è di oltre 11.000 euro, e nell'ipotesi che tutti i collaboratori in Italia avessero a disposizione questo tipo di soluzioni, si potrebbe ottenere un incremento della spesa delle aziende fino a 45,3 miliardi di euro (ovvero 2,1 volte superiore rispetto a oggi), con un valore di mercato creato fino a 204 miliardi di euro (1,5 volte la spesa in welfare delle famiglie italiane nel 2021).
    Questa nuova modalità di ascolto e supporto dei collaboratori consente di aumentare il loro engagement e la loro produttività, insieme alla competitività dell'impresa sul mercato. A oggi il 61,1% dei contratti aziendali prevede soprattutto azioni legate a benefici fiscali, ma un welfare aziendale così strutturato risulta infatti meno efficace sia per le imprese sia per i collaboratori.
    "Oggi le imprese italiane si trovano di fronte a una serie di fattori di discontinuità che impattano sulle logiche di sviluppo futuro del mercato del lavoro. Queste premesse ci hanno portato a focalizzare l'attenzione dello studio su come le imprese possono venire incontro alle nuove esigenze dei lavoratori, riconoscendo strumenti per il benessere individuale che non solo favoriscono il benessere organizzativo ma agiscono anche in modo positivo sulle logiche di attraction, engagement e retention e offrono un beneficio economico rilevante al lavoratore" ha commentato Pio Parma, senior consultant dell'Area Scenari e Intelligence di The European House - Ambrosetti e responsabile dello studio.
   

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