(di Paolo Rubino)
Il 2024 parte col freno a mano tirato
sul fronte della crescita. La conferma arriva dal Centro studi
di Confindustria, per il quale "si prospetta un Pil debole nel
primo trimestre". Un andamento che però non preoccupa il
ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, che parla di "una
discreta vitalità" che fa ben sperare. "La nostra economia è
cresciuta anche nel 2023, sebbene ad un ritmo inferiore",
afferma il titolare di via XX settembre: "Rafforzare questi
elementi di crescita - sottolinea
- è necessario anche nel prossimo futuro, per affrontare con
maggiore fiducia lo scenario di incertezze internazionali e
sostenere i segnali positivi del mercato del lavoro".
Per gli economisti di viale dell'Astronomia "l'economia
italiana è sostenuta da inflazione bassa, fiducia delle famiglie
in aumento e servizi in crescita, mentre l'industria sembra
stabilizzarsi". "Vari però - si evidenzia - i fattori negativi:
si protrae il freno ai flussi commerciali nel canale di Suez, il
petrolio continua a rincarare, il taglio dei tassi è rinviato
ancora, il credito alle imprese resta in calo". Ma anche per il
ministro del Made in Italy, Adolfo, le prospettive non sono
negative: l'analisi del Centro studi di Confindustria "indica il
percorso positivo del sistema produttivo italiano che troverà
nuove significative conferme nel corso dei prossimi mesi".
Intanto le banche confermano che dopo il calo di gennaio, a
febbraio i prestiti a imprese e famiglie sono scesi del 2,7%
rispetto a un anno prima. E - spiega l'Abi nel suo rapporto
mensile - "il calo dei volumi di credito è coerente con il
rallentamento della crescita economica, che contribuisce a
deprimere la domanda di prestiti". Ma intanto "si confermano e
rafforzano i segnali di diminuzione dei tassi di mercato": a
febbraio, infatti, il tasso medio sui nuovi mutui per le case è
diminuito al 3,90%, rispetto al 3,98% di gennaio 2024 e al 4,42%
di dicembre 2023, mentre il tasso medio sulle nuove operazioni
di finanziamento alle imprese è sceso al 5,37% dal 5,48% di
gennaio 2024 e dal 5,45% di dicembre 2023.
Giorgetti, che ha partecipato a Bergamo al giuramento degli
allievi ufficiali della Guardia di Finanza, ha sottolineato il
"ruolo fondamentale" delle Fiamme Gialle "per accompagnare nella
legalità il processo di rilancio dell'economia del nostro Paese
nei complicati scenari geopolitici che viviamo". E ha insistito
su quanto sia "importante avere un fisco più equo, efficiente e
meno gravoso per imprese e cittadini, favorendo occupazione e
investimenti". Avvertendo, però, come sia fondamentale
"sostenere la transizione verso un'economia più sostenibile, con
scelte di prudenza e realismo nel rispetto dei conti pubblici
per garantire la sostenibilità del debito".
Presente a Bergamo anche il viceministro dell'Economia
Finanze, Maurizio Leo, che è tornato sulle prossime mosse in
materia di riforma fiscale: " Il passo ulteriore - ha spiegato -
sarà per venire incontro al ceto medio. Ma per farlo
dobbiamo trovare le risorse e bisogna essere prudenti visti gli
appuntamenti europei". "Il patto di stabilità - ha proseguito -
ci condiziona per tanti aspetti. Il nostro obiettivo è trovare
le risorse". Ecco allora che scaturirà dal concordato preventivo
biennale "potrà essere messo a vantaggio per il ceto medio".
"Questa - ha confermato - è la strada su cui muoversi. Entro il
15 giugno sarà messo a disposizione dei contribuenti un
software, e il 15 ottobre si potranno dare le adesioni. Se
emergerà un surplus interessante potrà essere messo a
disposizione della riduzione delle aliquote per il ceto medio
già dal 2025".
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