Le prospettive future "comportano
un'amplificazione dello squilibrio tra nuove e vecchie
generazioni che appare guidato più dall'attuale articolazione
per età della popolazione che dai cambiamenti demografici
ipotizzati (evoluzione di fecondità, mortalità e dinamiche
migratorie): la proporzione è, all'incirca, di due terzi e un
terzo rispettivamente. Nel 2031 le persone di 65 anni e più
potrebbero rappresentare il 27,7% del totale secondo lo scenario
mediano (dal 24,4% del 2023 e fino al 34,5% nel 2050)". E'
quanto delineato dall'Istat in audizione sul Psb davanti alle
commissioni Bilancio di Camera e Senato. "L'impatto sulle
politiche di protezione sociale sarà quindi importante, dovendo
fronteggiare i fabbisogni di una quota crescente (e più longeva)
di anziani", afferma l'Istituto.
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