Secondo il rapporto, dopo il picco
registrato a ottobre 2022 al culmine della crisi energetica,
quando la variazione percentuale tendenziale dell'Ipca fu del
12,5% (e del 10,6% nell'area euro), il tasso di inflazione in
Italia prosegue il suo sentiero di discesa, collocandosi al di
sotto della media dell'eurozona; ma se la relativa stabilità
(quando non una flessione) dei prezzi delle materie prime sui
mercati internazionali induce ad escluderne un rinfocolarsi, la
crisi passata ha lasciato in eredità un livello dei prezzi
persistentemente più alto.
Rispetto a gennaio 2021, ad agosto scorso si sono registrati
incrementi che variano dai 14 punti percentuali per l'inflazione
'core' ai 21 punti per i beni alimentari non lavorati; l'indice
Ipca per i beni energetici ha addirittura segnato un incremento
di oltre 51 punti percentuali. E se le imprese sono riuscite a
difendere i propri margini trasferendo i maggiori costi sui beni
finali, i salari hanno invece subito, in particolare in Italia,
una forte erosione del potere d'acquisto non ancora recuperata,
con una riduzione di quasi il 10% in termini reali rispetto al
periodo pre-crisi. Una conseguenza diretta di una dinamica
salariale finora poco sostenuta, con una crescita media dei
salari orari (da gennaio 2021) dell'1,2% rispetto al 3,3% nel
resto dell'eurozona. Un gap che si registra anche sul piano del
reddito disponibile delle famiglie, che in termini reali fatica
a recuperare i livelli pre-crisi, ponendo dubbi sulla futura
dinamica dei consumi.
"In questi anni - commenta Simone Gamberini, presidente di
Legacoop - il Paese ha mostrato vitalità, ma nonostante tutto e
tutti. La pandemia ha notoriamente lasciato strascichi
importanti, sul piano economico, sociale, internazionale. Alla
luce dei dati odierni, è ancora più apprezzabile la tenuta
sostanziale dell'Italia in questo contesto. Perché è evidente
che la società italiana, nella sua larga maggioranza, è ancora
stretta in una morsa tra permanere dell'inflazione e degli alti
prezzi, e inconcepibile perdurare di un trend salariale più
basso degli altri paesi europei in modo inaccettabile. Così, è
ovvio che il ceto medio si percepisca 'in declino' e impotente
di fronte a un ascensore sociale bloccato. E la fiducia nel
futuro, in particolare dei segmenti della società più dinamici e
innovativi, è il nostro primo e unico ingrediente per lo
sviluppo".
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