"Le migrazioni ben gestite
contribuiscono e continueranno a contribuire alla crescita
economica": questo uno dei messaggi lanciati oggi dal direttore
per l'Occupazione, il Lavoro e gli Affari sociali dell'Ocse,
Stefano Scarpetta, nell'introduzione del rapporto 'Prospettive
Ocse sulle migrazioni' presentato oggi a Parigi.
"Nel 2023 le migrazioni verso i Paesi Ocse hanno raggiunto
livelli record per il secondo anno consecutivo. Non solo 6,5
milioni di migranti permanenti sono giunti l'anno scorso, ma il
numero di migranti temporanei e richiedenti asilo è cresciuto
fortemente. Questi flussi notevoli hanno suscitato una
preoccupazione generalizzata quanto all'impatto dei migranti
sulle economie e le società dei Paesi di accoglienza, piazzando
la gestione migratoria e il controllo delle frontiere in cima
alle agende politiche e al centro degli interessi degli elettori
nelle elezioni del 2024. Riflettendo sulle tendenze strutturali
piuttosto che sui sussulti temporanei, questi flussi migratori
crescenti suscitano legittime inquietudini, ma lasciano anche
intravedere importanti opportunità", sottolinea Scarpetta,
aggiungendo che "l'esperienza dei Paesi Ocse dimostra che questi
flussi elevati possono essere ben gestiti da politiche
appropriate. La forte richiesta di manodopera nei Paesi di
accoglienza - puntualizza l'esperto - è stato uno dei principali
motori delle migrazioni dei due ultimi decenni. In numerosi
Paesi dell'Ocse, confrontati a penurie generalizzate di
manodopera e a cambiamenti demografici imminenti, l'aumento del
numero di lavoratori migranti ha contribuito a una crescita
economica sostenuta". Per Scarpetta, "migliorare
l'accessibilità e la disponibilità delle vie migratorie
contribuisce non solo a rimediare alle penurie di manodopera, ma
è anche essenziale per rafforzare il controllo globale dei
flussi e gestire le migrazioni irregolari".
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