Il quadro macroeconomico
altoatesino mostra segni di vitalità dopo la lunga scia della
crisi pandemica e della stretta di politica monetaria; permane
cautela per la propensione agli investimenti alla luce di uno
scenario internazionale ancora difficile. Nel complesso, settore
bancario solido, previsioni più positive sul Pil, difficoltà per
export, carenza di personale e "questione casa". È in sintesi
quanto emerso nel corso di un incontro a Bolzano sullo stato
dell'economia territoriale tra la Commissione regionale Abi
Bolzano, presieduta da Robert Zampieri, e la Camera di Commercio
di Bolzano, presieduta da Michl Ebner.
Ebner ha rinnovato "le ragioni di una necessaria
collaborazione istituzionale per progettualità comuni di
rilevante interesse per il territorio, a partire dalle
infrastrutture" esprimendo al contempo "preoccupazione per
l'eccesso di normative europee che appesantiscono le valutazioni
bancarie sulle effettive potenzialità d'impresa".
Zampieri ha evidenziato che "dal nuovo quadro congiunturale,
alla luce dell'allentamento delle condizioni di politica
monetaria, si attende una maggiore propensione agli investimenti
fino ad ora più limitata, facendo leva su un settore bancario
solido, una qualità del credito elevata e un'ampia liquidità per
effetto di una tendenza più conservativa dei risparmiatori".
L'incontro è stato anche occasione per un approfondimento su
"La situazione economica in Alto Adige: prospettive per il 2025"
da parte del Direttore dell'Istituto di ricerca economica (IRE)
della Camera di Commercio di Bolzano, Georg Lun: nel complesso
le previsioni sul Pil altoatesino si avviano a registrare per il
2024 una crescita dello 0,8% e per il 2025 dell'1,2%. Uno
scenario contraddistinto da "luci e ombre":
Tra le luci: la crescita degli occupati dipendenti (+1,6%
gennaio-ottobre 2024) che raggiungono le 231.895 unità; il
livello minimo del tasso di disoccupazione al 2% nel 2023
rispetto al 2,4% nel 2008 e il picco massimo del 4,4% nel 2014;
il boom di presenze turistiche con 36 milioni di pernottamenti
nel 2023 (valore più alto dal 2007).
Tra le ombre, scontando ancora la fine degli incentivi
fiscali, il rallentamento del settore delle costruzioni con il
numero di nuovi appartamenti sceso a 1.441 unità nel 2023
rispetto alle 2.401 del 2022 e il picco di 2.968 del 2020. Dati
che rilevano una grave criticità sul tema dell'edilizia
abitativa e la persistente condizione del "caro affitti" sul
territorio. Così anche sul fronte occupati: al record
complessivo rilevato nell'anno in corso si segnala la forte
difficoltà a reperire occupazione qualificata, ad esempio, nel
73% dei casi per i conduttori di veicoli a motore, nel 66% dei
casi per gli addetti nelle attività di ristorazione, nel 51% dei
casi per gli addetti all'accoglienza e all'informazione alla
clientela, conclude la nota.
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