Nel dettaglio, ha osservato
riferendosi alla situazione difficile dell'edilizia che si
ripercuote, per forza di cose, anche sul comparto della ceramica
"la crisi della domanda sta interessando i maggiori mercati di
esportazione ed è il fattore critico di maggiore rilievo. Nei
Paesi dell'Europa occidentale gli investimenti in edilizia
residenziale - ha argonentato Ciarrocchi - sono attesi per
quest'anno in flessione del 3,5% penalizzati particolarmente
dalla Germania e dalla Francia, due mercati europei molto
importanti per le nostre esportazioni che sono stimati in calo
del 5% rispetto al 2023. La situazione negli altri Continenti
ha tendenze moplto diversificate. Tuttavia livello mondiale il
comparto delle costruzioni registra nel 2024 un
ridimensionamento intorno all'1,5% e il mercato italiano, dopo
la forte crescita nel 2023 trainata dai bonus fiscali sta
segnalando le prime flessioni del ciclo delle costruzioni e si
prevede una flessione dell'1,5% con prospettive di ulteriore
peggioramento nel 2025".
Quanto alla cassa integrazione, ha aggiunto ancora il
presidente di Confindustria Ceramica, questa "riguarda 3.200
dipendenti del solo comparto piastrelle in cassa integrazione
ordinaria per crisi di domanda con stop abbastanza generalizzati
nella produzione fino a dopo la metà di gennaio e con il rischio
che , in alcuni casi, questa prosegua anche nelle settimane
successive. A questi - ha evidenziato - si aggiungono altri
1.500 dipendenti in cassa integrazione straordinaria occupati in
aziende di piastrelle alle prese con ristrutturazioni e nuovi
investimenti produttivi".
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