La villa romana di Silin rappresenta un sito archeologico di primaria importanza per il patrimonio archeologico, storico e culturale della Libia in considerazione dell’unicità del complesso e della sua eccezionale relazione al contesto ambientale. Edificata nel II secolo d.C., costituisce un manufatto unico nel panorama mediterraneo per l’estensione e l’articolazione degli spazi, la ricchezza degli apparati decorativi e l’eccezionale stato di conservazione al momento della sua scoperta. Il complesso residenziale, scoperto fortuitamente nel 1974, sorge a pochi metri dal mare sulla riva sinistra dell’uadi Yala, nel territorio della cabila di Silin, ca. 10 km in linea d’area a ovest di Leptis Magna.
L’Istituto Superiore per la Conservazione ed il Restauro (ISCR) del MIBACT - che ha fornito le immagini e la documentazione - collabora dal 1999 con la missione archeologica dell’Università Roma Tre diretta dalla professoressa Luisa Musso per lo studio delle ville costiere del territorio di Silin (Libia) e per la redazione di una Carta Archeologica costiera e dei siti sommersi. Nel dicembre 2011, alla fine del conflitto armato, una missione congiunta composta dall’ISCR, dall’Università di Roma Tre e dall’Unesco ha effettuato un sopralluogo sul sito e ha denunciato le gravi condizioni delle strutture e degli apparati decorativi della villa.
A seguito di questo sopralluogo, l’ISCR, il Department of Archaeology, National Transitional Council of Libya e l’Università degli Studi di Roma Tre hanno firmato a Roma, il 23 aprile 2012, una Convenzione che vede le tre Istituzioni impegnate nell’attività di studio e restauro della Villa romana di Silin. I fondi fino ad ora stanziati dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo per la realizzazione di questo progetto ammontano a 432.790,40 euro.
Nella primavera 2014 era previsto di realizzare il riposizionamento del mosaico A1 del peristilio e il restauro dell’ambiente decorato con mosaico con scena di damnatio ad bestias. Le attività sono state sospese a causa dell’instabilità del Paese. Nell’attesa di completare il lavoro sul campo, è prevista la realizzazione di un volume in tre lingue (italiano, arabo e inglese) dedicato alla Villa, ai lavori e alle sperimentazioni svolte fino ad ora, che sarà pubblicato a cura dell’ISCR, del DoA e dell’Università Roma Tre. Barbara Davidde è il direttore dei lavori e Responsabile scientifico del progetto di restauro della Villa romana di Silin per l’ISCR.
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