La rimonta dagli estremismi in Europa va all'incasso. E con i risultati del ballottaggio in Francia, crescono i timori che dalle Europee di maggio - quando saranno eletti 751 europarlamentari - possa partire un'ondata anti-euro. Da un lato in Francia, Olanda e Austria i sondaggi danno per favorite - seppure di misura - le formazioni di estrema destra: il Front National di Marine Le Pen, il Partito della libertà di Geert Wilders, e l'Fpo di Heinz-Christian Strache. Dall'altro, in Grecia è quasi sicuro il trionfo di Alexis Tsipras, lista di estrema sinistra che conta su una buona affermazione anche in Italia. Tutti - forse tranne Tsipras, che non vuole un ritorno alle divise nazionali - con un minimo comune denominatore: una posizione assai critica, quando non apertamente ostile, nei confronti della moneta unica europea.
L'alleanza Le Pen-Wilders-Strache costituisce il nucleo duro di quel progetto 'patriottico' che punta a creare un gruppo euroscettico e di estrema destra al nuovo Parlamento Ue. Un progetto a cui sono pronti ad aderire anche la Lega Nord e i belgi-fiamminghi del Vlaams Belang e che potrebbe portare a triplicare, rispetto ai 32 di oggi, il numero dei seggi del gruppo 'non iscritti'. Tsipras è invece il simbolo di un'estrema sinistra eurocritica che dopo anni di calo si appresta a rientrare in massa a Strasburgo, trainata proprio dal giovane leader ellenico. Secondo gli ultimi sondaggi, il Gue, il gruppo della sinistra unitaria, dovrebbe lievitare dagli attuali 35 Mep (acronimo di Membri del Parlamento europeo in versione inglese) a 52 o addirittura 57. Oltre che in Grecia, la sinistra estrema è infatti accreditata di un ottimo risultato percentuale in Portogallo, Irlanda, Repubblica ceca e Lettonia. Il grosso delle truppe dovrebbe però arrivare dai Paesi con più seggi a Strasburgo, ovvero Francia, Germania, Spagna e Italia.
Ma è soprattutto nelle fila della destra euroscettica ed estrema che potrebbe registrarsi il maggior aumento delle presenze nell'emiciclo di Strasburgo. Grazie all'abbassamento della soglia di sbarramento in Germania, i neonazisti del Ndp dovrebbero arrivare per la prima volta al Pe. E con loro anche altre formazioni xenofobe neofasciste come i greci di Alba dorata, i bulgari di Ataka, gli ungheresi di Jobbik. Partiti considerati troppo radicali anche da Le Pen, che punta decisamente ad accreditarsi come 'il centro' dell'estrema destra. Altre formazioni di destra - come il Partito popolare danese, i Democratici svedesi o i Veri finlandesi - snobbano invece il Fn e puntano ancora più al centro per stare con gli euroscettici inglesi dell'Ukip nel gruppo dell'Europa della libertà e della democrazia (attuale casa della Lega Nord) o addirittura nel gruppo dei Conservatori. Uno di questi due approdi potrebbe interessare anche Fratelli d'Italia, in uscita dal Ppe. Uno scenario, nel complesso, articolato e ancora fluido in cui si inserisce un'altra variabile indipendente: il risultato e la collocazione del M5S di Beppe Grillo.
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