Apertura dei valichi con Gaza e allargamento della zona di pesca per gli abitanti della Striscia. Sono questi punti principali sui cui si basa l'accordo raggiunto per una tregua illimitata a Gaza, mediato dall'Egitto e accettato da Israele e dalle controparti palestinesi.
Secondo le prime informazioni, di fonte palestinese e egiziana (da parte israeliana non si sono avute fino ad ora particolari), sul resto delle questioni più scottanti e complesse - come la richiesta israeliana di smilitarizzare Gaza, quella palestinese di dotare la Striscia di un porto e di un aeroporto, nonché sulla questione del rilascio dei detenuti palestinesi in Cisgiordania - tutto è rinviato di un mese. Quello raggiunto quindi sarebbe una formula negoziale che consente di far cessare subito la violenza, come ha detto il presidente dell'Anp Abu Mazen, con l'obiettivo di venire incontro alle necessita' di Gaza e di consentire la sua ricostruzione, ma che rimanda in là nel tempo le questioni più spinose. Così nell'immediato dovrebbero riaprire i tre valichi tra Gaza e l'esterno, unica possibilità per far affluire quanto necessario per cominciare la ricostruzione della Striscia, devastata da 50 giorni di guerra. Il valico di Erez è chiuso al passaggio delle merci con Israele, mentre quello di Kerem Shalom a sud è rimasto aperto. C'e' poi il passaggio di Rafah con l'Egitto, che è stato aperto a singhiozzo. L'Egitto è disposto a riaprirlo entro i limiti imposti dalla situazione di sicurezza nel Sinai, dove il suo esercito è impegnato in combattimenti contro gruppi estremisti islamici. A questa frontiera sarebbe possibile la supervisione delle forze dell'Autorità nazionale palestinese.
Quanto alla zona di pesca per gli abitanti della Striscia, una delle richieste più pressanti di Hamas, l'accordo prevederebbe che torni ad essere di 6 miglia marine dalle 3 attuali. Inoltre la zona di interdizione lungo la barriera di confine verrebbe annullata.
Solo fra un mese inizieranno al Cairo i negoziati sulle questioni più complesse. Tra cui quella della smilitarizzazione delle fazioni palestinesi Hamas, questione che preoccupa gli abitanti di Israele delle zone che in questi quasi due mesi di guerra sono stati martellati dai razzi e dai colpi di mortaio sparati dalla Striscia. Nel Neghev occidentale, dove oggi un israeliano è stato ucciso poco prima delle 18.00 quando è scattata la tregua, c'e' una clima di profonda desolazione proprio per l'assenza di garanzie sulla sicurezza. ''Nessuno di noi tornerà nelle case'' ha detto alla televisione Haim Yallin, un responsabile locale.
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