La Cina "si oppone a qualsiasi sanzione illegale che leda i diritti e gli interessi legittimi della Russia", giudicandole inutili: il portavoce del ministero degli Esteri Wang Wenbin ha ricordato che "gli Stati Uniti hanno imposto più di 100 sanzioni alla Russia dal 2011", risultati poi strumenti "non fondamentali ed efficaci per risolvere i problemi".
"Qual è il risultato delle sanzioni ? Credo che tutti lo conoscano", ha osservato Wang nel briefing quotidiano, aggiungendo che le misure punitive e restrittive "porteranno solo gravi difficoltà all'economia e al sostentamento delle persone". Per questo motivo, Pechino "spera che le parti interessate ci riflettano seriamente e cerchino di risolvere il problema attraverso il dialogo e le consultazioni".
La Cina ha rifiutato anche oggi di chiamare "invasione" l'azione della Russia in Ucraina o di criticare Mosca nonostante l'intensificarsi degli assalti dell'esercito russo che stanno causando un numero crescente di vittime. Sui media statali il tema è tenuto lontano dalle prime pagine, mentre gli aggiornamenti sui social media sono continui e puntuali, comprensivi di video clip di bombardamenti e attacchi postati su Weibo, i Twitter in mandarino, da studenti cinesi in Ucraina.
Il Quotidiano del Popolo, la voce del Partito comunista cinese, ha messo le vicende belliche tra Ucraina e Russia solo in fondo alla terza pagina, riportando in un piccolo articolo i contenuti della telefonata tra il ministro degli Esteri cinese Wang Yi e l'omologo russo Serghei Lavrov.
Il presidente Xi Jinping, invece, non ha ancora commentato la decisione del capo del Cremlino Vladimir Putin sull'invasione, maturata a poche settimane dalla dichiarazione congiunta del 4 febbraio in cui i due leader hanno messo nero su bianco che la loro amicizia "non aveva limiti".
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