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Ucraina: fallito il vertice Kiev-Mosca, non c'è tregua. Primi attacchi nell'ovest del Paese

Biden vuole tagliare fuori Mosca dal commercio. Ue: pronti a nuove sanzioni

La tv e i media ucraini hanno riferito di esplosioni a Lutsk, nel nord-ovest dell'Ucraina, così come a Dnipro, una città dell'entroterra situata sul fiume Dnepr, nella parte centro orientale del Paese. Lo riferisce la Bbc, sottolineando che in queste città non c'erano stati bombardamenti russi finora. L'attacco a Lutsk ha preso di mira un aeroporto, secondo gente del posto. E ci sono anche notizie che l'attacco russo avrebbe colpito una fabbrica, l'unico luogo in cui è possibile riparare alcuni motori di aerei da combattimento. 
Il sindaco di Lutsk ha confermato che le esplosioni sono avvenute vicino all'aeroporto ed ha invitato i cittadini a mettersi al riparo. Il canale ucraino ICTV ha riferito che uno stabilimento vicino all'aeroporto è in fiamme. Lutsk una città dell'Ucraina nord-occidentale, capoluogo dell'oblast di Volinia, che si trova a 150 km a nord di Leopoli, dove si sono spostate molte ambasciate occidentali.
A Dnipro, i media ucraini hanno parlato di tre esplosioni, di cui una avrebbe colpito una fabbrica di scarpe di due piani. Le altre due esplosioni sono avvenute vicino a un asilo nido e a un condominio, secondo i rapporti diffusi dalla Bbc.

L'Occidente punta ad isolare sempre di più la Russia sul fronte economico, in risposta all'invasione dell'Ucraina. Con gli Usa capofila, che vogliono togliere tutti i privilegi commerciali a Mosca.
Dopo il sostanziale fallimento dell'incontro tra i ministri degli esteri di Mosca e Kiev, Serghiei Lavrov e Dmytro Kuleba, ieri in Turchia, gli spiragli di una tregua si sono chiusi.
Anzi, la Difesa americana ha registrato un ulteriore avvicinamento dell'Armata a Kiev, di circa 5 chilometri. E le immagini satellitari di un convoglio russo hanno mostrato le forze armate che si stanno ridistribuendo nelle aree vicine: un segnale di una rinnovata pressione verso la capitale ucraina.
Mentre più a nord la città Chernihiv ha subito danni significativi. Sugli altri fronti, le autorità ucraine hanno denunciato un attacco all'istituto di ricerca nucleare di Kharkiv, che ospita un reattore sperimentale.
La situazione più drammatica per le città assediate resta quella di Mariupol. Dove il vicesindaco ha riferito che oltre 1.200 corpi sono stati rimossi dalle strade e si è iniziato a seppellire i corpi in fosse comuni. Da Kiev Volodymyr Zelensky ha accusato i russi di aver sferrato un attacco sul corridoio umanitario della città del sud. "Stiamo affrontando uno stato terrorista", ha tuonato il presidente ucraino, secondo cui centomila civili sono stati evacuati dalle zone dei combattimenti.
Mosca invece ha chiesto la convocazione di un Consiglio di Sicurezza dell'Onu per discutere le "attività biologiche militari americane in Ucraina". Zelensky ha replicando dicendosi preoccupato che si tratti di un pretesto di Mosca per condurre attacchi con armi proibite: "Se vuoi conoscere i piani della Russia, guarda cosa la Russia accusa gli altri di pianificare".
La riunione del Consiglio Onu su questo dossier è stata convocata per oggi.
Joe Biden, intanto, dopo aver già colpito la Russia con dure sanzioni, fermando anche l'import di gas e petrolio, vuole andare oltre. Il presidente americano, riporta Bloomberg, si appresta a chiedere la fine delle normali relazioni commerciali con la Russia, aprendo la strada a un aumento dei dazi sulle importazioni. L'annuncio della revoca dei privilegi commerciali arriverà insieme al G7 e ai leader dell'Ue. La sospensione dei normali rapporti commerciali, conosciuta anche come la clausola della nazione più favorita, metterà la Russia alla pari di paesi come Cuba e Corea del Nord. E consentirà agli Usa di imporre dazi molto più alti rispetto agli altri membri Wto.
Sono pronti a nuove sanzioni anche i leader Ue, che si sono riuniti a Versailles sotto la presidenza del semestre francese.
Nel comunicato finale i capi di Stato e di governo dei 27 hanno chiesto alla Russia di fermare le operazioni militari, garantire gli accessi umanitari e la sicurezza delle centrali nucleari.
Più interlocutoria, invece, la posizione sulla richiesta di adesione presentata da Kiev. Nel comunicato si spiega che "il Consiglio ha invitato la Commissione a presentare il suo parere su tale domanda conformemente alle pertinenti disposizioni dei trattati. In attesa di ciò e senza indugio, rafforzeremo ulteriormente i nostri legami e approfondiremo la nostra partnership per sostenere l'Ucraina nel perseguire il suo percorso europeo". La Cina invece ha definito le sanzioni un "danno per la ripresa mondiale" ed ha fatto sapere che "lavorerà con la comunità internazionale per evitare l'ulteriore escalation".
E resta l'allarme internazionale per lo stato delle centrali nucleari. L'Aiea ha annunciato ispezioni, dopo che Kiev ha fatto sapere di aver perso le comunicazioni con Chernobyl. L'agenzia internazionale per l'energia atomica non è ancora stata in grado di confermare i rapporti secondo cui le linee elettriche della centrale sarebbero state riparate, il giorno dopo la perdita degli alimentatori esterni.



Sono 1.207 i corpi rimossi dalle strade di Mariupol. A fare i conti è il vice sindaco Serhiy Orlov con Bbc. Secondo quanto riportato dal New York Post, il conto esatto delle vittime non è al momento possibile: gli obitori della città sono pieni e si è iniziato a seppellire i corpi in fosse comuni.

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky accusa Mosca di aver sferrato un attacco su un corridoio umanitario verso Mariupol. Zelensky in un video ha quindi accusato le forze russe di impedire l'evacuazione dei civili dalle città di Mariupol e Volnovakha e di violare il cessate il fuoco. Il leader ucraino ha anche aggiunto che in due giorni sono circa 100 mila le persone evacuate dai centri abitati nelle zone dei combattimenti.

La Russia aprirà unilateralmente corridoi umanitari per evacuare i civili ucraini verso il proprio territorio a partire dalle 10 di domani ora locale (le 9 ora italiana). Lo annuncia il ministero della Difesa citato dalla Tass.

Il tanto atteso incontro in Turchia tra i ministri degli Esteri di Russia e Ucraina, Serghei Lavrov e Dmytro Kuleba, primo abboccamento diplomatico ad alto livello dall'inizio dell'invasione, si è esaurito in un muro contro muro. 

Non ci sarà per il momento alcun cessate il fuoco, anzi continuano le accuse reciproche di brutalità nel conflitto, e una soluzione diplomatica resta difficile da immaginare. Ma dietro le quinte qualcosa potrebbe essersi smosso, facendo intravedere timidi spiragli di un futuro incontro al vertice - "l'unica via d'uscita", secondo il presidente ucraino Volodymyr Zelensky -, quando forse la situazione militare sul terreno sarà più vicina ai veri obiettivi di Mosca, che intanto ha deciso di lasciare anche il Consiglio d'Europa. Anche perché, nel braccio di ferro sulle sanzioni, il capo del Cremlino non accenna passi indietro e avverte che le conseguenze della "guerra economica" alla Russia sono destinate a ripercuotersi sull'Occidente.  

 

Putin: 'Rispettiamo gli impegni di export dell'energia'


 

Ad Antalya, i capi delle due diplomazie si sono seduti uno di fronte all'altro, al loro fianco uno dei rispettivi negoziatori in Bielorussia, a segnare la continuità con il percorso negoziale tracciato finora. Ma per chi sperava in una svolta, le dichiarazioni finali sono state una doccia fredda.

"Abbiamo avuto la conferma che non abbiamo alternative. Coloro che riempiono l'Ucraina di armi devono capire che sono responsabili delle proprie azioni", ha detto Lavrov, sottolineando di non voler "sostituire o svalutare" i colloqui sul terreno. Dal canto suo, Kuleba ha criticato lo stallo sul piano umanitario, provando a pungere il collega nell'orgoglio. "Sul cessate il fuoco di 24 ore non abbiamo fatto progressi, sembra che ci siano altre persone che decidono su questo in Russia", ha attaccato il ministro ucraino, lamentando il nulla di fatto sui corridoi umanitari per Mariupol sotto assedio.  

Ucraina, Kuleba: 'Pochi progressi dai colloqui odierni'

 

Lo spiraglio arriva invece dalle parole del mediatore, il capo della diplomazia turca Mevlut Cavusoglu. "Serviva un inizio e, se continuiamo su questa strada, insieme possiamo raggiungere un risultato", ha auspicato, promettendo di lavorare per un incontro al vertice: "Kuleba ha detto che il presidente Zelensky era pronto per questo" e Lavrov "che il presidente Putin non era contrario in linea di principio".  

 La via dei negoziati resta però molto lunga - si attende ora un quarto round in Bielorussia -, come conferma la pioggia di bombe che continua a cadere sull'Ucraina e lascia presagire anche la grande fuga da Kiev, abbandonata in 15 giorni di guerra da metà della popolazione, secondo il sindaco Vitalij Klitschko.

 "Con il cancelliere Scholz abbiamo parlato oggi di nuovo con Putin per ottenere un cessate il fuoco" in Ucraina "e un'uscita conflitto che può essere politica. Lo dico ai francesi, sono preoccupato, pessimista, non vedo un cessate il fuoco nei prossimi giorni", ha avvertito il presidente francese, Emmanuel Macron. "A breve termine - ha aggiunto - non vedo soluzioni diplomatiche, ma ci spero e continueremo a insistere".

Da Mosca, intanto, Putin torna all'attacco, tradendo gli effetti sempre più pesanti dell'isolamento internazionale e delle sanzioni, che stanno mettendo in ginocchio l'economia russa. Ma spingerla verso il baratro, ha minacciato il leader del Cremlino, avrà costi molti alti per il resto del mondo.

A partire da un boom dell'inflazione spinta anche dall'alimentare. "La Russia e la Bielorussia - ha sottolineato in videoconferenza con i suoi ministri - sono tra i più grandi fornitori di fertilizzanti minerali nei mercati mondiali. Se continuano a creare problemi con i finanziamenti, le assicurazioni, la logistica, la consegna dei nostri prodotti, allora i prezzi, che sono già esorbitanti, cresceranno ancora". Anche sull'altro fronte caldo, quello dei prezzi dell'energia, lo zar ha rispedito al mittente le accuse di speculazioni, assicurando che Mosca sta mantenendo tutti i suoi impegni sulle forniture, comprese quelle attraverso l'Ucraina. E mentre minaccia azioni "decise" contro le aziende straniere che stanno lasciando la Russia, Putin rilancia la sua sfida agli equilibri mondiali. "Troveremo una soluzione a tutti i problemi - ha detto - insieme ai nostri partner che non riconoscono le sanzioni".

Ucraina, Lavrov: 'L'ospedale di Mariupol era la base del battaglione Azov'

 

 

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