L'Autorità nazionale palestinese (Anp) ha respinto la richiesta di Israele di una indagine congiunta sulla uccisione della reporter di Al-Jazeera Shireen Abu Akleh. Lo ha detto su twitter il ministro degli Affari Civili Hussein al-Sheikh smentendo informazioni stampa contrarie. Il ministro ha aggiunto che l'Anp svolgerà la sua indagine "in maniera indipendente" e i risultati saranno resi noti "in piena trasparenza". L'Anp, inoltre - secondo i media - non consegnerà il proiettile estratto dal corpo della reporter nella autopsia effettuata ieri all'Istituto di medicina legale 'Al Najah' di Nablus.
Con l'arrivo delle spoglie di Shireen Abu Akleh al palazzo presidenziale Muqata di Ramallah sono cominciate le esequie ufficiali della reporter di al-Jazeera colpita a morte ieri durante scontri a Jenin (Cisgiordania) tra l'esercito israeliano e miliziani palestinesi. Ad attenderla l'intera leadership palestinese, a cominciare dal presidente Abu Mazen. Il camioncino col feretro è partito da un ospedale di Ramallah per arrivare alla Muqata scortato da ali di folla. Lo stesso palazzo presidenziale è gremito di gente. La reporter - che era cristiana ortodossa - sarà inumata in un cimitero di Gerusalemme.
"Diamo oggi l'addio a Shireen Abu Akleh che era la voce della verità ed la voce della Nazione", ha affermato il presidente Abu Mazen esprimendosi nel palazzo della Muqata di fronte alle spoglie della reporter. "Addossiamo ad Israele la piena responsabilità. Ci rifiutiamo di svolgere una indagine congiunta con gli israeliani, che hanno compiuto questo crimine. Non abbiamo fiducia in loro". Abu Mazen ha anticipato che il caso sarà presto sottoposto alla Corte penale internazionale. Accanto al presidente c'erano il premier Muhammed Shtayeh e il ministro Hussein a-Sheikh.
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