Recep Tayyp Erdogan è volato in Ucraina da Volodymyr Zelensky per tentare di aprire le porte al tanto sospirato negoziato. La Turchia era e resta "al fianco degli amici ucraini", il suo messaggio inequivocabile diretto a Mosca, accompagnato allo stesso tempo dalla disponibilità ad ospitare nuovamente le parti per discutere di un cessate il fuoco. Per Erdogan la missione in Ucraina, a cui ha partecipato anche il segretario generale dell'Onu Antonio Guterres, è servita anche a tenere alti i riflettori sulla centrale nucleare di Zaporizhzhia, pericolosamente al centro del conflitto: "Non vogliamo una nuova Chernobyl", è stato il suo appello. Il primo faccia a faccia con Zelensky dall'inizio della guerra ha permesso a Erdogan di consolidare il suo ruolo di mediatore più accreditato tra Kiev e Mosca.
"Sosteniamo l'integrità e la sovranità territoriale dell'Ucraina", ha sottolineato il presidente turco in conferenza stampa. Suggellando la visita con un accordo per la ricostruzione delle infrastrutture ucraine. Per la soddisfazione di Zelensky, che ha definito la visita del sultano un "messaggio potente di sostegno" all'Ucraina. Erdogan si è comunque rivolto anche a Vladimir Putin, dicendosi pronto ad ospitare i negoziati di pace iniziati a Istanbul ma bruscamente interrotti. Con Zelensky e Guterres "abbiamo parlato dei passi che possiamo fare per porre fine alla guerra", e di questo il leader turco informerà il collega russo. Al termine del trilaterale, tuttavia, le altre parti non hanno mostrato lo stesso ottimismo. Secondo un portavoce dell'Onu, Farhan Haq, "negoziati concreti sono ancora lontani". Mentre Zelensky è stato ancora più netto: "Le persone che uccidono, violentano, colpiscono le nostre città ogni giorno non possono volere la pace. Dovrebbero prima lasciare il nostro territorio, poi vedremo".
GUTERRES, QUALSIASI DANNO A ZAPORIZHZHIA È UN SUICIDIO
Centrale a Leopoli è stato anche il dossier Zaporizhzhia. "Qualsiasi potenziale danno" alla centrale "è un suicidio", ha avvertito Guterres, secondo cui è necessaria un'intesa per la smilitarizzazione dell'impianto. Ma la situazione non sembra vicina ad una soluzione, anche perché Mosca e Kiev continuano a scambiarsi accuse di lanciare raid sull'impianto. Sia i russi che gli ucraini, inoltre, sostengono che il nemico stia preparando una "provocazione" alla centrale per domani, mentre Guterres sarà ancora in Ucraina. Domani il segretario dell'Onu ha infatti in programma una visita al porto di Odessa, per visionare lo stato delle partenze con le navi cariche di grano. L'accordo sottoscritto a luglio tiene ed è "senza precedenti", ha sottolineato Guterres da Leopoli. Sia Erdogan che Zelensky hanno confermato che le cose stanno andando bene e che finora sono state esportate oltre 600mila tonnellate di cereali. L'intesa sul grano resta al momento l'unica buona notizia dopo quasi sei mesi di conflitto. Sul terreno, in questa fase, la Russia continua a tenere alta la pressione su tutti i fronti del conflitto, non solo nel Donbass (si segnalano nuovi raid a Kharkiv, con almeno 12 morti in un condominio), senza tuttavia ottenere un'avanzata sostanziale. Il governo ucraino ha descritto una situazione di "stallo strategico", in cui "i russi hanno ottenuto solo progressi minimi e in alcuni casi" le forze di difesa hanno "avanzato rispetto al mese scorso", soprattutto al sud. Senza dimenticare i diversi colpi messi a segno ben oltre le linee nemiche, fino alla Crimea. Proprio mentre dalla regione russa di Belgorod, al confine con l'Ucraina, sono arrivate notizie di incendi sospetti ad un deposito di munizioni.
AUSTRALIA NEGA ALLA RUSSIA IL SITO PER LA NUOVA AMBASCIATA
La guerra della Russia contro l'Ucraina ha raggiunto un "punto di stallo strategico". Lo ha affermato Oleksiy Arestovych, alto consigliere del presidente Volodymyr Zelensky, in un video ripreso dal Guardian. "Le forze russe hanno ottenuto solo progressi minimi e in alcuni casi siamo avanzati rispetto al mese scorso. Quello che stiamo vedendo è uno 'stallo strategico'", ha spiegato Arestovych. L'Australia intanto ha negato un sito precedentemente assegnato alla Russia per una nuova ambasciata a Canberra. Tale decisione arriva dopo il mancato completamento della costruzione a 14 anni dall'acquisizione del luogo e per il timore di un coinvolgimento dei servizi segreti russi nelle installazioni tecnologiche. Lo riferisce il giornale The Australian, precisando che la National Capital Authority ha dato alla Federazione Russa 20 giorni di tempo per sgomberare il sito, che sarà riportato nell'area disponibile per le rappresentanze diplomatiche. Il quotidiano riporta che l'ambasciata aveva provato ad utilizzare i propri contractor negli ultimi due anni per controllare il lavoro delle imprese locali, ma il dipartimento degli Affari interni ha negato loro l'ingresso, sostenendo che il personale includesse membri dei servizi segreti. La decisione segue le sanzioni imposte dal governo australiano su più di 500 società e cittadini russi dopo l'invasione dell'Ucraina.