"Sulla mia via ho incontrato Daria, che è sì figlia di colui che io ritengo essere uno dei più grandi pensatori di questo secolo, la reincarnazione di un filosofo di antica matrice, ma che era donna che non viveva di luce riflessa. Filosofa lei stessa, raffinata intellettuale, giornalista e militante che solo per tale ragione è stata sanzionata dagli anglosassoni, era dotata di una grazia impareggiabile, di un sorriso disarmante. Una bellezza integrale, fisica e spirituale. Sono dunque grato al mio Destino per avermela fatta incontrare". Lo scrive su Facebook Maurizio Ulisse Murelli, editore italiano di Olekandr Dugin ed ex sanbabilino, tra i protagonisti dell'eversione di estrema destra negli anni Settanta.
"Quanto al fatto in sé, io penso che nessuno tra gli esseri umani è più abbietto, ributtante e meritevole di nessuna pietà di chi attenta alla vita dei poeti e dei filosofi. E dico che se il demone dell'abbandono stava in me prendendo il sopravvento spingendomi ad isolarmi, a ritirarmi, a farmi reduce a riposo, questa notte quel demone è stato trafitto dall'arma più affilata in mio possesso. Il mio zaino è di suo ricolmo di testimoni raccolti lungo la via. Tante sono le croci a lato del mio percorso con cui ho dovuto fare i conti, ma questa che oggi sovrasta il corpo di Daria è la più infuocata. Hanno attentato alla Grazia, alla Bellezza e io ho il dovere di onorarla facendomi carico di una quota parte del suo lascito. Sono vecchio, ma ancora in armi... a maggior ragione per Daria che il Destino mi ha fatto incontrare", aggiunge Murelli nel suo post.
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