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Yulia e le battaglie al fianco del marito

Yulia e le battaglie al fianco del marito

L'incontro con Navalny in Turchia nel '98 e le nozze 2 anni dopo

MOSCA, 20 febbraio 2024, 10:10

Giuseppe Agliastro

ANSACheck

Video di Yulia Navalnaya, 'Putin ha ucciso mio marito ' - RIPRODUZIONE RISERVATA

Video di Yulia Navalnaya,  'Putin ha ucciso mio marito ' -     RIPRODUZIONE RISERVATA
Video di Yulia Navalnaya, 'Putin ha ucciso mio marito ' - RIPRODUZIONE RISERVATA

Per quanto possibile, Yulia Navalnaya ha sempre evitato la luce dei riflettori. È stata sempre al fianco di suo marito in tutti i momenti più difficili, ma senza entrare direttamente in politica. La tragica morte in carcere del rivale numero uno di Putin potrebbe però cambiare radicalmente la situazione. "Continuerò il lavoro di Alexey Navalny", ha annunciato infatti oggi in un filmato che ha subito fatto il giro del mondo. Ma chi è Yulia Navalnaya? Yulia Borisovna Abrosimova (Navalnaya è il cognome che ha assunto dopo il matrimonio) è nata a Mosca 47 anni fa, appena sei settimane prima del suo futuro marito. Figlia di uno scienziato russo, ha conseguito la laurea in Relazioni economiche internazionali alla prestigiosa università Plekhanov e ha poi lavorato in banca per diversi anni. L'amore con Alexey Navalny è sbocciato durante una vacanza in Turchia, nel lontano 1998. Un legame profondo, che li ha portati al matrimonio due anni dopo, e soprattutto ad essere compagni inseparabili in mezzo a mille tempeste. Yulia è stata sempre accanto al marito, che di guai ne ha passati tanti in questi anni in cui Putin ha fatto sprofondare la Russia in una deriva autoritaria che ora sta ulteriormente accelerando: aggressioni fisiche, grane con una giustizia legata a doppio filo al governo, continui arresti per le proteste che organizzava contro il Cremlino. Ma è nell'agosto del 2020 che Navalnaya è diventata nota in tutto il mondo: quando ha preso il coraggio a due mani e ha fatto tutto il possibile per salvare la vita di suo marito, in coma per un avvelenamento per il quale si sospettano i servizi segreti di Mosca. Era lei che, nascondendo paura e dolore dietro un paio di occhiali scuri, informava sulle condizioni di salute dell'oppositore e metteva in dubbio le conclusioni dei medici di Omsk che, probabilmente sotto la pressione delle autorità, escludevano che Navalny fosse stato avvelenato. Ed è stata sempre lei a scrivere a Putin con la richiesta, alla fine esaudita, di poter trasferire suo marito in una clinica di Berlino.
    Anche durante la lunga convalescenza in Germania, Yulia Navalnaya è stata sempre accanto ad Alexei, che non appena uscito dal coma le ha subito dedicato le sue prime parole pubbliche, affidate a un post su Internet: "Yulia, mi hai salvato". E al suo fianco era pure quando lui è tornato a Mosca, nel gennaio del 2021, pur sapendo che lo avrebbero arrestato. Il loro bacio all'aeroporto Sheremetyevo, prima che il dissidente fosse portato via dagli agenti, è ormai nella storia. Sulla morte in carcere di Navalny si staglia l'ombra del Cremlino. Ora potrebbe essere sua moglie a raccoglierne l'eredità politica.

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