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La Nato e i tabù caduti dall'inizio della guerra

La Nato e i tabù caduti dall'inizio della guerra

L'escalation delle armi, dai kit di soccorso agli Atacms

ROMA, 29 maggio 2024, 21:30

di Silvana Logozzo

ANSACheck
Le forniture dell 'Occidente all 'Ucraina - RIPRODUZIONE RISERVATA

La linea rossa immaginaria che separa l'Occidente dai cannoni di Vladimir Putin si è spostata drammaticamente negli ultimi giorni. Mutando l'apparente, granitica, posizione prudenziale della Nato. Dopo due anni e tre mesi dall'invasione dell'Ucraina, nulla o quasi sembra essere rimasto dei totem e tabù che hanno nutrito il gioco delle parti Est-Ovest. I Paesi dell'Alleanza atlantica, pressati instancabilmente da Kiev, sono passati con un salto epocale dall'offerta iniziale di giubbotti antiproiettile e kit di primo soccorso ai missili a lungo raggio e oltre.

L'asticella si è abbassata a precipizio sabato scorso, con Jens Stoltenberg convinto che l'Ucraina possa usare le armi occidentali contro obiettivi in Russia. Emmanuel Macron ha rincarato martedì: è ora di autorizzare Kiev ad attaccare la Federazione, con in mano la mappa dei siti russi da colpire. Ultimo Joe Biden, che sta valutando se revocare i limiti all'uso delle armi americane a corto raggio per attaccare dentro la Russia. Parole che fanno sembrare i 25 mesi trascorsi un passato lontanissimo. Ma ecco il percorso che ha portato dagli scarsi aiuti iniziali ai missili che possono colpire la Russia.

Prima le armi anticarro - Mesi dopo l'invasione del febbraio 2022, i Paesi occidentali hanno rifornito gli ucraini di armi difensive. Stati Uniti e Regno Unito hanno inviato migliaia di missili anticarro Javelin e Nlaw, cruciali per fermare l'avanzata su Kiev. Il 5 aprile 2022 l'Armata abbandona velocemente i distretti della capitale ucraina, la guerra si concentra nell'Est del Paese. Australia, Canada, Usa e altri cominciano recapitare obici e munizioni M777.

Poi i sistemi di difesa aerea - Successivamente, per contrastare la superiorità aerea russa, arrivano sistemi di difesa aerea: dall'arma a corto raggio britannica Starstreak al sistema missilistico Patriot (costo, 3 milioni di dollari). Usa e Norvegia consegnano anche Nasam, la Germania l'Iris-T.

Arrivano i tank - All'inizio del 2023, le nazioni occidentali inviano carri armati dopo un lungo dibattito: Londra partecipa con i Challenger 2, Biden offre 31 Abrams (i tank più avanzati al mondo), le nazioni europee i Leopard 2 di fabbricazione tedesca.

Gli F16 - L'Ucraina chiede disperatamente agli amici americani aerei da combattimento, fino a quel punto sempre negati. Nel maggio 2023 Biden acconsente indirettamente: altri Stati dell'Alleanza forniscono F-16 di fabbricazione Usa, come Danimarca e Paesi Bassi. I piloti del generale Zaluzhny si addestrano in 11 diversi Paesi.

Le bombe a grappolo - A luglio 2023, Washington dichiara di aver fornito bombe a grappolo per cacciare le truppe russe dalle posizioni. Armi vietate da più di 100 Paesi. A settembre Stati Uniti e Regno Unito superano gli indugi e danno all'Ucraina sistemi missilistici complessi: Himars e M270 Mlrs.

Missili a lungo raggio - Agli inizi di aprile 2024 Kiev riceve in gran segreto gli agognati missili a lungo raggio. Scalp dalla Francia, Storm Shadow dal Regno Unito, Atacms dagli Usa. Gli Atacms percorrono 300 chilometri. Biden aveva dato segretamente il via libera a febbraio.

Istruttori militari e truppe - Il capo delle forze armate di Kiev Syrsky il 27 maggio rende noto l'accordo con Parigi per l'invio di "istruttori militari francesi". Il ministro degli Esteri di Varsavia Sikorski il 28 maggio non esclude l'invio di truppe polacche, così come non lo fanno i Paesi baltici, i più esposti alla minaccia russa.

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