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Kuleba a Wang: 'Pronti ai negoziati con Mosca, se in buona fede'

Kuleba a Wang: 'Pronti ai negoziati con Mosca, se in buona fede'

Incontro tra i due ministri degli Esteri nel sud della Cina

PECHINO, 25 luglio 2024, 10:14

Antonio Fatiguso

ANSACheck
China 's top diplomat Wang Yi meets Ukraine 's Foreign Minister Kuleba in Guangzhou © ANSA/EPA

China 's top diplomat Wang Yi meets Ukraine 's Foreign Minister Kuleba in Guangzhou © ANSA/EPA

L'Ucraina è pronta a negoziare se Mosca si impegnerà "in buona fede", ma "non vediamo tale preparazione dalla parte russa". Il ministro degli Esteri Dmytro Kuleba ha veicolato il messaggio di Kiev al suo omologo Wang Yi, nell'incontro di oltre tre ore di Guangzhou, nel sud della Cina, quando la Repubblica popolare ha ufficialmente indossato i panni di pacificatore nei primi colloqui ad alto livello con l'Ucraina dall'invasione della Russia di febbraio 2022.
Pechino ha svolto finora un ruolo di attore chiave nell'aiutare Mosca a eludere le sanzioni occidentali, mentre Kiev è da tempo al lavoro per strappare il sostegno del presidente Xi Jinping al fine di "moderare" la posizione del capo del Cremlino, Vladimir Putin, e di siglare una "pace giusta e duratura".
Wang ha ribadito gli appelli di Pechino per una soluzione diplomatica alla guerra: "Recentemente, sia la Russia sia l'Ucraina hanno segnalato la loro volontà di negoziare a vari livelli. Malgrado le condizioni e i tempi non siano ancora maturi, sosteniamo tutti gli sforzi favorevoli alla pace e siamo disposti a continuare a svolgere un ruolo costruttivo nel raggiungimento di un cessate il fuoco e nella ripresa dei colloqui di pace", ha notato il massimo diplomatico del Dragone nella lettura cinese dell'incontro in cui è rimarcato come Kuleba abbia per la prima volta detto che il suo Paese è pronto a negoziare direttamente con la Russia. "La Cina ritiene che la risoluzione di tutti i conflitti debba in definitiva iniziare con il ritorno al tavolo negoziale e che la risoluzione di ogni controversia debba essere raggiunta attraverso mezzi politici", ha concluso Wang.
La Cina si presenta come parte neutrale nella guerra e insiste che l'unico modo per porre fine all'invasione russa - peraltro mai condannata - sia di riportare Kiev e Mosca alle trattative, rivendicando di non aver mai inviato assistenza letale alle parti, a differenza di Usa e alleati, pur essendo un partner politico ed economico primario di Mosca: un "facilitatore decisivo" della guerra, secondo la recente definizione adottata dalla Nato.
Intanto, il portavoce di Putin, Dmitri Peskov, ha apprezzato con prudenza l'apertura di Kuleba sul dialogo con la Russia "in sintonia con la posizione" di Mosca. "L'importante sono i dettagli" che Mosca ancora non conosce, quindi il Cremlino aspetta "ulteriori chiarimenti", ha aggiunto. Putin aveva detto a giugno che Mosca avrebbe posto fine alla guerra se Kiev si fosse ritirata cedendo il resto delle quattro province ucraine parzialmente occupate e abbandonato le ambizioni di adesione alla Nato: un'idea bocciata a Kiev e bollata come "ultimatum assurdo".
Mentre le truppe russe avanzano con estrema lentezza nell'Ucraina orientale, Kiev punta a un secondo vertice internazionale entro fine anno per spingere il ;;processo di pace e chiudere il conflitto con una pace giusta e duratura, fino a ipotizzare di tenerlo in un Paese del Sud globale con la partecipazione di Mosca.
I media statali cinesi, a tal proposito, hanno affermato che Kuleba con la sua visita "ha mostrato chiaramente che riconosce gli sforzi sinceri della Cina nella mediazione del conflitto russo-ucraino e la sua influenza come grande potenza" e aspirante capofila del Sud del mondo. Un approccio, ha scritto il tabloid Global Times citando più esperti, "in linea con gli interessi dell'Ucraina" che, al contrario, se continuerà "a fare affidamento solo sull'Occidente guidato dagli Usa come ha fatto in passato, è probabile che alla fine venga abbandonata" al suo destino. 
   

Mosca sanziona 13 cittadini giapponesi, anche il presidente di Toyota

La Russia ha annunciato di aver sanzionato 13 cittadini giapponesi vietando loro l'ingresso nel Paese: lo riporta l'agenzia Interfax, secondo cui molti dei sanzionati sarebbero top manager di importanti aziende nipponiche, tra cui il presidente della Toyota, Akio Toyoda. Mosca presenta la decisione come "una risposta alle attuali sanzioni del Giappone" contro la Russia per l'invasione dell'Ucraina. 

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