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Tunisia, presidenziali scontate per Kais Saied

Tunisia, presidenziali scontate per Kais Saied

Ammessi solo due rivali, di cui uno finito dietro le sbarre

TUNISI, 04 ottobre 2024, 17:52

Paolo Paluzzi

ANSACheck
Kais Saied - RIPRODUZIONE RISERVATA

Kais Saied - RIPRODUZIONE RISERVATA

Quasi dieci milioni di tunisini sono chiamati alle urne domenica per le elezioni presidenziali che sembrano avere un esito scontato a favore del presidente uscente Kais Saied, accusato di deriva autoritaria dai suoi oppositori e dalla società civile, che ha sostenuto di essere investito di "una missione divina" per salvare il suo Paese dai "complotti" che si tramano all'estero.

    Oggi è stata l'ultima giornata di una campagna elettorale a dir poco singolare. Niente raduni elettorali, niente sondaggi (vietati), niente dibattiti in televisione o cartelloni per le strade, nessun programma articolato da parte dei candidati, solo piccoli manifesti affissi sugli edifici pubblici, la maggior parte con soltanto la foto di Saied, numero 3. Perché solo tre sono i candidati in corsa ammessi dalla commissione elettorale: Saied, 66 anni, che ha dichiarato che la sua ricandidatura fa parte di "una guerra di liberazione e autodeterminazione" volta a "stabilire una nuova Repubblica"; Zouhair Maghzaoui, 59 anni, ex membro della sinistra panaraba, leader del partito Echaab; e Ayachi Zammel, 47 anni, industriale dell'agroalimentare e leader del piccolo partito liberale Azimoun, in carcere dal 2 settembre scorso e condannato a diversi anni per raccolta di firme false nel suo dossier di candidatura.

    Saied, professore di diritto costituzionale, era stato eletto nel 2019 con quasi il 73% delle preferenze (e un'affluenza intorno al 58%) e la promessa di ripristinare l'ordine dopo 10 anni di declino economico e instabilità politica. Saied godeva ancora di una forte popolarità il 25 luglio 2021, quando ha preso i pieni poteri, destituendo il governo e sospendendo il Parlamento, prima di riformare la Costituzione nel 2022 e istituire un sistema ultrapresidenziale.

    Negli ultimi anni, l'opposizione e le ong tunisine e straniere hanno denunciato un regresso delle libertà, la messa sotto controllo della giustizia e l'arresto dei principali oppositori, tra cui il leader del partito islamico Ennadha, Rached Ghannouchi, e Abir Moussi, leader del Partito Destouriano Libero, nostalgico degli autocrati Ben Ali e Bourguiba. Il governo è anche accusato di aver messo la museruola alla stampa con un controverso decreto sulle fake news e di soffocare la società civile con l'arresto di sindacalisti, attivisti e commentatori politici.

    Scomparsi di fatto i partiti politici dalla vita pubblica, per il voto di domenica sono stati selezionati solo tre dei 17 candidati, al termine di un processo elettorale criticato per l'imposizione di una serie di condizioni per la candidatura difficili da ottenere e per l'esclusione da parte dell'autorità elettorale Isie dei concorrenti più seri di Saied. Una riforma della legge elettorale votata dal parlamento a 9 giorni dalla data delle presidenziali, che ha disposto il passaggio delle competenze sui ricorsi elettorali dalla giustizia amministrativa a quella ordinaria, è stata aspramente criticata da opposizioni e società civile che sono scese in piazza per protestare per la mancata legittimità del processo elettorale. 

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