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Cade il governo Barnier, la Francia precipita nel caos

Cade il governo Barnier, la Francia precipita nel caos

La mozione di sfiducia della gauche votata anche dal partito di Le Pen. Macron vuole un successore in 24 ore, oggi parla alla nazione

PARIGI, 04 dicembre 2024, 23:59

Tullio Giannotti

ANSACheck
Michel Barnier © ANSA/EPA

Michel Barnier © ANSA/EPA

Michel Barnier si recherà alle 10.00 all'Eliseo per presentare le dimissioni del suo governo al presidente Emmanuel Macron, dopo la mozione di sfiducia che ha posto fine al suo breve mandato da primo ministro. Lo riferisce la presidenza francese all'Afp.

Video Cade il governo in Francia, passa la sfiducia a Michel Barnier

 

Mr Brexit è durato soltanto tre mesi: sotto i colpi delle opposizioni di sinistra e di estrema destra, che hanno votato compatte la sfiducia, il governo di Michel Barnier è caduto.

Un risultato annunciato che precipita la Francia nella crisi e nel caos finanziario, e pone ancora una volta il presidente Emmanuel Macron - del quale sia la France Insoumise sia il Rassemblement National di Marine Le Pen chiedono le dimissioni - in un vicolo cieco. Le Pen, nelle prime dichiarazioni di stasera, pur confermando che Macron "deve dimettersi", ha anticipato che lascerà lavorare il nuovo premier ad una manovra finanziaria. Risoluta Mathilde Panot, capogruppo dei deputati de La France Insoumise: "Macron se ne vada, noi siamo pronti ad andare al potere con un programma di rottura con il passato".

Il capo dell'Eliseo, che ieri aveva accusato Le Pen di "insostenibile cinismo" per l'alleanza con la gauche pur di affossare il governo, è atterrato a Parigi mentre Barnier si commuoveva alla fine del suo ultimo discorso davanti ai deputati. Ai partiti che l'hanno voluto far cadere, il premier ha lanciato un messaggio pesante: "La gravità della situazione economica e la verità si imporranno a qualsiasi nuovo governo". E' la seconda volta nella Quinta repubblica che un esecutivo viene sfiduciato da un'alleanza delle opposizioni, talmente compatte nella manovra a tenaglia da non perdere per strada neppure un voto (331 i favorevoli alla mozione di censura della sinistra, ne bastavano 289). Per ritrovare il precedente bisogna risalire indietro di 62 anni, nel 1962, quando ad essere costretto alle dimissioni fu Georges Pompidou, futuro presidente della Repubblica. 

 

Si apre dunque uno scenario di ulteriore incertezza in Francia, già fisiologicamente senza più una maggioranza assoluta da quando Emmanuel Macron ha sciolto il Parlamento il 9 giugno, la sera della sconfitta alle Europee. Un'incertezza politica ed economica che si propaga anche all'Europa, già alle prese con una Germania indebolita.

A far precipitare la situazione negli ultimi giorni sono stati i blocchi di sinistra e di estrema destra: il Nuovo Fronte Popolare, che ha avuto la maggioranza relativa alle legislative anticipate di luglio, e il Rassemblement National, sconfitto e arrivato al terzo posto ma in cerca di visibilità e rivincita. Le Pen, che potrebbe vedere fra qualche mese la fine delle sue ambizioni politiche se sarà condannata in tribunale per i falsi impieghi del suo partito al Parlamento europeo, ha conquistato per ora un ruolo cruciale determinando la fine del governo e condizionando ogni futura scelta. E a braccetto con l'estrema sinistra di Jean-Luc Mélenchon la leader di ultradestra mira più in alto, alle dimissioni di Macron, il cui mandato scade nel 2027. Le Pen ha definito "effimero" il governo del 73enne Barnier, accusandolo di aver concesso solo "briciole" e di perpetuare "le scelte tecnocratiche" di Macron.

Diverse sono state in realtà le decisioni con le quali, nelle ultime ore, il premier aveva tentato di accontentare l'estrema destra pur di far passare la finanziaria. L'ultima, l'indicizzazione delle pensioni di tutti i francesi al livello dell'inflazione, era stata giudicata inconciliabile con il gravissimo deficit pubblico. Mélenchon le ha fatto eco: "La sfiducia era ineluttabile. Anche con un Barnier ogni tre mesi, Macron non resisterà tre anni". Il presidente, che ha seguito le drammatiche ore della crisi dall'Arabia Saudita, dove è stato tre giorni in visita, è rientrato solo stasera e ora riceverà le dimissioni dalle mani di Barnier. Macron vuole nominare un nuovo premier in 24 ore per non apparire davanti a Donald Trump e ai capi di Stato di mezzo mondo, nel weekend dedicato alla riapertura di Notre-Dame dopo l'incendio del 2019, alla testa di una Francia senza governo. Domani sera si rivolgerà ai francesi alle 20, in diretta tv. Fra i nomi circolati nelle ultime ore per il prossimo premier il ministro della Difesa Sébastien Lecornu, che sembra abbia un dialogo aperto con Le Pen, il centrista François Bayrou, che oltre al rapporto stretto con Macron conta appoggi fra i moderati di sinistra e di destra, e Bernard Cazeneuve, ex ministro uscito dal partito socialista.

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