ll People Power Party, il partito al governo in Corea del Sud, ha messo 'sotto tutela' il presidente Yoon Suk-yeol che non prenderà più parte agli affari di Stato, diplomazia inclusa, anche prima della sua partenza "ordinata" e "anticipata" rispetto alla durata del mandato.
Han Dong-hoon, il leader del People Power Party, lo stesso di Yoon, ha promesso in una nota congiunta con il premier Han Duck-soo "un'indagine severa e trasparente" sul caos generato dalla legge marziale (sulla quale Yoon è sopravvissuto ieri a una mozione di impeachment) e di tenere colloqui regolari con il premier per prevenire potenziali vuoti amministrativi.
Le affermazioni di Han, finalizzate ad alleviare le preoccupazioni tra l'opinione pubblica e la comunità internazionale, alimentano però perplessità sotto il profilo costituzionale dato che il presidente, scampato ieri alla mozione di impeachment presentata dalle opposizioni per la legge marziale dichiarata martedì sera e poi ritirata dopo la bocciatura del parlamento, è nel pieno delle sue funzioni. Il leader del People Power Party ha assicurato che saranno contenute il più possibile le ricadute del caos innescato dalla legge marziale, mentre per Yoon è prevista una partenza "ordinata" e "anticipata" rispetto alla durata del mandato.
"Attraverso una partenza anticipata e ordinata del presidente, minimizzeremo le incertezze per la Repubblica di Corea e il suo popolo, stabilizzeremo la situazione politica e ripristineremo la democrazia liberale", ha affermato Han in una nota congiunta con il premier Han Duck-soo presso la sede centrale del partito. La maggior parte dell'opinione pubblica, ha aggiunto, ritiene che Yoon debba lasciare poiché "non più in grado di governare normalmente per il resto del suo mandato".
Il premier Han è la seconda carica istituzionale del Paese, destinata a reggere le funzioni del presidente in caso di suo impedimento. La mossa è maturata all' indomani del boicottaggio del People Power Party dell'impeachment: a fronte della promessa di passo indietro, il partito al governo è andato in soccorso di Yoon. I suoi deputati sono usciti dall'aula limitando a tre le defezioni su 108 deputati, insufficienti per raggiungere il quorum a quota 200 per la validità della votazione, considerando i 192 voti in capo all'opposizione.
Si dimette il ministro dell'Interno: 'Non ho servito bene il popolo'
Il ministro dell'Interno sudcoreano, Lee Sang-min, si è dimesso dopo la crisi della proclamazione e poi del ritiro della legge marziale dal presidente Yoon Suk Yeol, hanno riferito domenica diversi media locali. Nella sua lettera di dimissioni, il ministro ha parlato della sua "responsabilità per non aver servito bene il popolo né il presidente", secondo il quotidiano JoongAng Ilbo. Il presidente Yoon, ha detto il ministro, ha accettato le sue dimissioni.
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