"In conformità con il diritto
internazionale e gli standard sulla protezione delle persone
rifugiate, le richieste di asilo devono essere trattate in modo
rapido ed efficace. I Paesi europei devono continuare a
considerare le circostanze individuali di ciascun richiedente
asilo caso per caso. Devono immediatamente revocare le decisioni
di sospendere le domande di asilo dei siriani e respingere ogni
proposta di rimpatrio o di restrizione al ricongiungimento
familiare". Lo afferma Eve Geddie, direttrice dell'ufficio di
Amnesty International presso le istituzioni europee, secondo cui
"la situazione in Siria è estremamente instabile".
"Cinque decenni di brutalità e repressione non possono essere
superati dall'oggi al domani. Tuttavia, i governi europei non
hanno perso tempo a bloccare le domande di asilo dei siriani",
ha spiegato la direttrice di Amnesty in un comunicato che
ricorda come poco dopo la destituzione del presidente Assad,
paesi europei come Austria, Belgio, Croazia, Danimarca, Francia,
Germania, Grecia, Italia, Norvegia, Svezia e Regno Unito hanno
annunciato che avrebbero rivisto le loro prassi in materia di
asilo, principalmente considerando o attuando una sospensione
delle domande di asilo in corso, presentate da persone di
nazionalità siriana.
Secondo Amnesty, ad oggi le informazioni credibili sulla
situazione della sicurezza in Siria sono scarse ed è ancora poco
chiaro quali gruppi armati controllino le diverse città e
territori e come intendano governare le aree conquistate. Gli
attacchi resi noti in Siria da parte di Israele, Stati Uniti e
Turchia, così come i conflitti tra gruppi armati, rischiano di
mettere ulteriormente in pericolo la popolazione civile.
"In questo momento di cambiamenti e incertezze, gli stati
europei devono evitare di far precipitare le persone rifugiate e
richiedenti asilo in situazioni di ulteriore precarietà. Al
contrario, la sicurezza e la dignità delle persone in cerca di
asilo devono essere poste al centro delle decisioni politiche, e
non sacrificate alle politiche anti-migratorie sempre più
diffuse in Europa", ha affermato Eve Geddie.
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