Le informazioni che riuscì a passare al suo Paese diedero un contributo talmente prezioso da consentire la vittoria nella Guerra dei Sei Giorni del 1967. Ora Israele, con la caduta di Assad e la Siria nel caos, sta cercando di recuperare le spoglie della leggendaria spia del Mossad, Eli Cohen, scoperto, e impiccato in pubblico nella piazza centrale di Damasco nel maggio del 1965. Secondo il quotidiano libanese al Akhbar, Gerusalemme sta negoziando con i siriani e altri Paesi per scoprire dove fu sepolto Cohen, approfittando della caduta del regime di Assad.
La vita e l'attività di spionaggio di Cohen in Siria, Paese acerrimo nemico di Israele, che gli valsero il titolo di eroe nazionale, oltre ad essere raccontata dai libri di storia, è stata adattata recentemente nella famosa serie Netflix 'The Spy'. Cohen non era solo una spia, era una figura conosciuta e rispettata nell'élite siriana: partecipava a eventi sociali, coltivava legami di alto livello e manteneva contatti anche con Amin al-Hafez, l'allora presidente della Siria. La sua vicinanza ai vertici gli consentiva di accedere a informazioni riservate inaccessibili a chiunque altro. Uno dei successi di intelligence più significativi fu la raccolta di informazioni sul dispiegamento delle forze siriane sulle alture del Golan.
L'agente del Mossad sotto copertura riuscì a visitare i posti di blocco militari, fingendo di interessarsi alle condizioni di vita dei soldati e suggerendo, amichevolmente, di piantare alcuni alberi vicino alle postazioni per offrirgli ombra: proprio quegli alberi, tre anni dopo, furono utilizzati dall'Idf come punti di riferimento per gli attacchi durante la Guerra dei Sei Giorni. Cohen riuscì a scoprire e rivelare al suo Paese anche dettagli sugli armamenti inviati in Siria dall'Unione Sovietica, e su come si coordinava Damasco con gli altri Paesi arabi. Non solo: ottenne informazioni di valore sui piani siriani per deviare le sorgenti del fiume Giordano, in modo da compromettere l'approvvigionamento idrico di Israele.
Eli Cohen, nato nel 1924 ad Alessandria d'Egitto, in una famiglia ebraica tradizionale, emigrò in Israele all'inizio degli anni '50 e si stabilì a Bat Yam. Con la sua personalità carismatica, fu selezionato per lavorare come agente del Mossad all'inizio degli anni '60. Con il nome falso di Kamel Amin Thaabet, finse di essere un ricco uomo d'affari di origine siriana, tornato dall'Argentina per integrarsi nell'élite economica e sociale della Siria. Le sue abilità sociali e l'alto quoziente intellettivo gli permisero di infiltrarsi in profondità nella buona società, diventando amico intimo di alti ufficiali militari e governativi. Fu scoperto nel 1965, quando l'intelligence di Hafez riuscì a localizzare le sue comunicazioni radio con Israele, messe in atto con attrezzature avanzate fornite dall'Unione Sovietica. Fu arrestato, interrogato e torturato, ma rimase in silenzio, rifiutandosi di rivelare qualsivoglia dettaglio. Fu impiccato pubblicamente. L'esecuzione scioccò Israele e lo trasformò in un eroe nazionale. Da allora la famiglia lotta per riportare i suoi resti in Israele.
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