Drammatico stallo nella crisi politica a Seul. La tanto attesa resa dei conti nei confronti del deposto presidente Yoon Suk Yeol per il suo maldestro e fallito tentativo di imporre la legge marziale nel Paese asiatico a inizio dicembre, non è avvenuta. Agli inquirenti sudcoreani che avevano tentato di eseguire un mandato di arresto per interrogarlo non è restato altro da fare che una retromarcia.
"Troppo rischioso" eseguirlo, ha fatto sapere l'Ufficio investigativo sulla corruzione (Cio), precisando che le preoccupazioni per la sicurezza del personale sul posto hanno portato alla decisione di fermarne l'esecuzione.
Dopo un'impasse durata quasi sei ore, i circa 80 poliziotti e investigatori entrati nel complesso presidenziale di Seul e giunti a quasi un paio di centinaia di metri dalla residenza di Yoon hanno dovuto abbandonare il sito dopo essersi trovati di fronte ad un vero e proprio "muro umano" di circa 200 soldati e membri della sicurezza presidenziale, che hanno sfidato gli agenti nel loro tentativo di arrestarlo. È l'ultimo scontro della crisi che ha paralizzato la politica sudcoreana in meno di un mese, che preoccupa gli alleati della quarta economia più grande dell'Asia. Lunedì il segretario di Stato americano, Antony Blinken, è atteso a Seul per colloqui tra i due alleati.
Già dalle prime ore dell'alba l'atmosfera nelle strade attorno al complesso si era fatta alquanto tesa, con la polizia che presidiava le vie vicino alla residenza di Yoon mentre migliaia di persone si radunavano per sostenere il leader deposto, considerato un conservatore, ma anche un fedele alleato degli Stati Uniti per le sue posizioni dure nei confronti della Cina e della Corea del Nord. I suoi seguaci hanno esposto cartelli dove hanno chiesto agli agenti di fermarsi, mentre altri sventolavano bandiere americane. Altri ancora hanno urlato che avrebbero dovuto sfondare la barricata eretta dalla polizia scandendo slogan contro lo stesso ufficio anticorruzione.
Nelle ore precedenti il suo avvocato aveva ribadito che il mandato di arresto era "illegale e non valido" e aveva annunciato di intraprendere un'azione legale. Il mandato era stato emesso martedì scorso dopo che Yoon aveva nuovamente ignorato l'ordine del tribunale di sottoporsi a un interrogatorio in merito alla sua dichiarazione di legge marziale, per la quale è stato messo sotto accusa a metà dicembre. Se preso in custodia, Yoon può essere trattenuto fino a 48 ore per essere interrogato. Il Cio dovrà richiedere un secondo mandato entro quel periodo se intende trattenerlo ulteriormente.
Yoon ha mantenuto un atteggiamento a dir poco provocatorio di fronte alle indagini e al processo di impeachment. Ieri aveva giurato in una lettera ai sostenitori radunati fuori dalla sua residenza che avrebbe "combattuto fino alla fine" per il suo Paese.
Yoon è inoltre ricercato per essere interrogato anche in relazione ad altre indagini, tra cui l'accusa di aver guidato un'insurrezione, un crimine punibile con l'ergastolo o addirittura con la pena di morte.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA