"La Russia ha più sanzioni di tutti".
Lo ha detto Donald Trump rispondendo ad una domanda dei giornalisti della Casa Bianca sui negoziati per la pace in Ucraina.
In tarda serata "un drone ucraino ha causato un'esplosione in un condominio di lusso nella città russa di Rostov sul Don". Lo ha riferito il governatore Yuriy Slyusar su Telegram. Lo riporta Ria Novosti. "A causa di un attacco con un drone a Rostov sul Don, si è verificata un'esplosione in un condominio. I servizi di emergenza sono stati inviati sul posto", ha scritto il governatore. Secondo la Tass almeno due persone sono rimaste ferite.
Il presidente Usa Donald Trump ha affermato che Vladimir Putin "non ha respinto il cessate-il-fuoco". Parlando con i giornalisti alla Casa Bianca il presidente americano ha anche aggiunto che oggi "ha avuto un paio di buone conversazioni su Russia e Ucraina".
Il punto alle ore 23 del 21 marzo 2025
(di Mattia Bernardo Bagnoli)
Donald Trump va avanti per la sua strada e, dallo Studio Ovale, annuncia che "le linee guida principali dell'accordo sull'Ucraina sono state stabilite" dopo i colloqui con Vladimir Putin e Volodymyr Zelensky. Di più. La "tregua totale" potrebbe scattare "molto presto". L'attivismo del presidente Usa fa il paio con quello dei 'volenterosi', coi leader che si vedranno a Parigi giovedì prossimo per "finalizzare" il lavoro sulle garanzie di sicurezza da dare a Kiev. L'Onu, stando agli ultimi sviluppi, potrebbe avere un ruolo nel quadro di uno schema a più livelli d'interposizione. Emmanuel Macron, infatti, ha chiesto al segretario delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, se fosse disposto a schierare i Caschi Blu in Ucraina dato che lo zar "non accetterà mai" le truppe europee a vestire i panni dei peacekeepers. Guterres ha detto di sì - "se saremo chiamati risponderemo" - per quanto l'ipotesi non lo renda "entusiasta".
È un tassello del complicatissimo mosaico che si va costruendo per uscire dal ginepraio ucraino dove, ormai è chiaro, servirà (anche) il consenso della Russia per arrivare ad un modello di gestione e verifica del post accordo. Ma il coinvolgimento dell'Onu sarebbe solo una parte del meccanismo allo studio. Uno scenario a cui i volenterosi stanno lavorando attivamente - si apprende da chi segue il dossier - è quella di costruire 4 livelli d'interposizione.
I Caschi Blu, provenienti da Paesi non europei, verrebbero schierati nella zona demilitarizzata per osservare il rispetto della tregua. Il secondo anello sarebbe costituito dalle forze ucraine. Il terzo dal contingente dei volenterosi, non necessariamente all'interno del territorio ucraino ma, si ragiona, forse a ridosso del confine occidentale. Il quarto sarebbe il cosiddetto 'backstop' Usa. Ovvero la garanzia data dalla protezione ultima americana, richiesta sia dagli europei che dagli ucraini. Washington, secondo le ultime indiscrezioni, sarebbe disposta a fare la sua parte a patto che Kiev firmi l'intesa sui minerali -- l'amministrazione Usa, assicura il Financial Times, sta non a caso cercando "nuove condizioni" ampliando le sue richieste economiche nell'accordo.
Trump, infatti, vuole inquadrare il sostegno americano nella cornice del "buon affare" per i contribuenti, perché d'ora in poi nessuno potrà più avvalersi gratis della protezione degli Stati Uniti. I volenterosi, dal canto loro, stanno ancora valutando le diverse ipotesi e durante l'incontro a Londra è stato a quanto pare discusso dell'invio dei Typhoon britannici per compiti di copertura aerea. Ogni scenario, però, è naturalmente vincolato all'evoluzione dei pre-negoziati di pace condotti dagli Usa su due tavoli distinti, da una parte i russi e dall'altra gli ucraini. Che ad un certo punto si dovranno fondere. E siccome i dettagli come sempre sono importanti, si puntualizza che è in corso un cambiamento semantico, dato che a porte chiuse non si parla più di garanzie di sicurezza (security guarantees) ma di dispositivi di sicurezza (security arrangements). Zelensky non ha reagito benissimo quando ha sentito nominare le Nazioni Unite.
"Con tutto il rispetto - ha dichiarato - non ci proteggerebbero dall'invasione o dal desiderio di Putin di tornare: non vediamo l'Onu come un'alternativa a un contingente o alle garanzie di sicurezza". Il mosaico, per l'appunto, non è completo. A Parigi, puntualizza Macron, "definiremo le garanzie che potranno fornire gli eserciti europei. "Ciò che vogliamo - sottolinea il presidente francese - è proteggere la pace''. Una componente essenziale del piano resta quella di armare fino ai denti le forze armate dell'Ucraina Kiev secondo la strategia del 'porcospino d'acciaio', in modo che Putin non la possa più azzannare. Mosca è ovviamente contrarissima. E qui la posizione di Trump sarà dirimente.
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