Il consiglio direttivo del partito
islamico Ennhadha, prima forza in Parlamento e principale
danneggiato dalle decisioni del presidente Kais Saied chiede
l'accelerazione del ritorno a una situazione di normalità
costituzionale e la revoca della sospensione del Parlamento, in
modo che possano riprendere i lavori in aula.
In un comunicato Ennhadha si dice pronto ad interagire
positivamente per superare gli ostacoli e l'instaurazione di un
clima che consenta la ripresa della transizione democratica. Il
partito, che continua a definire la decisione di Saied "un colpo
di Stato" costituzionale, sottolinea la necessità di condurre
un'accurata autocritica delle proprie politiche nell'ultimo
periodo e di essere pronto ad effettuare le necessarie revisioni
al suo interno, ai suoi programmi e le sue prospettive in vista
del suo XI congresso previsto per la fine di quest'anno,
affinché siano in linea con i messaggi espressi dall'opinione
pubblica e con le esigenze del Paese. Ennhadha insiste inoltre
"sulla sua disponibilità ad intraprendere la strada del dialogo
con tutte le parti nazionali, in primis il capo dello Stato, per
superare la crisi, raggiungere la pace sociale e intraprendere
le necessarie riforme". La direzione esprime anche il suo
impegno alla lotta alla corruzione e all'incriminazione dei
soggetti coinvolti, qualunque sia la loro posizione o
appartenenza, nell'ambito della legge.
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