"Ci sono altre due inchieste aperte
per la morte di mio figlio, lasciamo lavorare i magistrati e i
nostri Carabinieri del Ros e speriamo che si arrivi presto a una
verità certa". È la speranza di Salvatore Attanasio, padre di
Luca, l'ambasciatore italiano ucciso in Congo in un agguato il
22 febbraio del 2021.
I genitori di Luca, insieme alla vedova Zakia Seddiki e alle
tre figlie, hanno preso parte all'inaugurazione della targa a
lui dedicata ai giardini Ravizza, accanto all'Università Bocconi
di Milano, dove si era laureato.
"Mancano all'appello gli esecutori materiali, così come è da
capire la dinamica di quello che è successo, perché non è ancora
chiara - ha aggiunto Salvatore -. La ricostruzione che è stata
fatta è ancora da verificare".
Per Salvatore Attanasio "c'è ancora molto da fare per
raggiungere la verità ma abbiamo fiducia nei Ros e nella
magistratura che non molla - ha continuato -. Quello che mi dà
forza è la ricerca della verità perché senza verità non c'è
giustizia. Credo che finché le autorità competenti tengono alta
l'attenzione anche l'opinione pubblica deve essere aggiornata e
prendere coscienza che quello che è avvenuto è molto grave.
L'omicidio di un ambasciatore in tempo di pace è un evento non
solo tragico ma che deve rendere attente tutte le istituzioni
per arrivare alla verità".
"Luca era un uomo, un servitore dello stato - ha concluso -,
una persona che credeva nei valori della Costituzione".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA