Il Botswana potrebbe presto
diventare un secondo centro di verifica e certificazione per le
esportazioni di diamanti grezzi verso i Paesi G7. Potrebbe
quindi affiancarsi al Belgio, che oggi ha l'esclusiva, dopo che
a gennaio la Russia ha perso il diritto di certificare diamanti.
L'annuncio è stato fatto oggi dell'ufficio della presidenza di
Gaborone.
Il Botswana è il più grande produttore di diamanti
dell'Africa e il secondo a livello mondiale dopo la Russia. Il
comunicato della presidenza del Botswana specifica ci è voluta
una "massiccia protesta" del Paese contro l'accordo sul nodo
unico, sostenendo che fosse "ingiusto, restrittivo, costoso e
quindi dannoso per l'economia".
Un gruppo tecnico del G7 sui diamanti, presieduto dall'Unione
Europea, ha inoltre confermato di avere "preso l'impegno con
altri Paesi africani produttori di diamanti, Namibia e Angola,
per prendere in considerazione la creazione di ulteriori nodi di
certificazione per esportazione".
Durante un discorso tenuto in occasione del Facets 2024
(Facilitating and Advancing the Cutting and Trading of Stones)
ad Anversa, il neo-eletto Presidente del Botswana. Duma Boko, ha
sottolineato l'importanza economica e sociale dei diamanti per
il suo Paese e ha parlato degli sforzi per migliorare la
trasparenza e la responsabilità all'interno del settore. "Il
Botswana si impegna a essere leader nella tracciabilità e nelle
pratiche estrattive responsabili, assicurando che i nostri
diamanti brillino non solo per l'estetica ma anche per l'etica",
ha detto.
Le pietre sono la principale fonte di reddito del Botswana e
rappresentano circa il 30% del Pil e l'80% delle esportazioni.
Ma la concorrenza che viene dalle gemme sintetiche ha visto
negli ultimi anni un crollo di guadagni per il Paese.
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