Non ci sono mezze misure per
il presidente argentino Javier Milei. Qualsiasi interlocutore
che non sia dalla sua parte o che si avventura ad una seppur
minima critica viene ricoperto da una cascata di insulti e
critiche senza tenere conto che si tratti di un capo di Stato,
un giornalista, o un semplice cittadino sui social. Un
atteggiamento, questo, sfociato nelle ultime ore in una vera e
propria crisi diplomatica con la Colombia dopo che
l'ultraliberista, in un'intervista rilasciata alla Cnn, ha
definito il presidente Gustavo Petro come un "terrorista
assassino". Nella stessa intervista Milei ha definito come "un
ignorante" anche il presidente messicano Andres Manuel Lopez
Obrador.
Il raptus di Milei ha portato il governo di Bogotà a
richiamare il suo ambasciatore a Buenos Aires e ad espellere
l'intera delegazione diplomatica argentina in Colombia. Il
presidente messicano si è limitato invece a rispondere sui
social. "Sono ignorante, ha ragione, non capisco come gli
argentini, così intelligenti, abbiano votato qualcuno che
disprezza il popolo", ha scritto Obrador su X.
Nei giorni scorsi Milei si era scagliato anche contro il
venezuelano Maduro, definito un "socialista impoveritore",
mentre in passato le invettive dell'anarcocapitalista non
avevano risparmiato neanche il presidente brasiliano Luiz Inacio
Lula da Silva, aggettivato come un "corrotto" e un "comunista".
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